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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-09-16 ad oggi 2010-09-22 Sintesi (Più sotto trovate gli articoli)

2010-09-17 PRIMO GIORNO DI VISITA del papa IN INGHILTERRA

Benedetto XVI prega con 65 mila fedeli A Glasgow l'invito ai vescovi alla "responsabilità verso i cattolici della Scozia". A Edimburgo l'incontro con la regina Elisabetta: "Fiducia reciproca tra le fedi".

EDIMBURGO - "L'autorità della Chiesa non è stata sufficientemente vigilante, nè sufficientemente veloce e decisa nel prendere le misure necessarie". È stato un mea culpa forte e accorato quello che Benedetto XVI ha fatto con i giornalisti sull'aereo (leggi l'intervista con Gin Guido Vecchi) con che lo portava a Edimburgo, prima tappa del viaggio cui seguono Glasgow, Londra e Birmingham.

LE COLPE DELLA CHIESA -"È difficile da capire come questa perversione del ministero sacerdotale sia stata possibile", ha confessato il papa che non si è limitato a riconosce le colpe dei singoli. "Dobbiamo realizzare un tempo di penitenza e di umiltà e dobbiamo rinnovare e reimparare una assoluta sincerità". Il Pontefice affronta ancora i temi dello scandalo pedofilia, che da mesi mina alla base la stessa credibilità della Chiesa e che è anche tra i motivi di polemica per i contestatori a questa "visita di Stato" in terra d'Albione. Benedetto XVI non si è limitato all'autocritica. Su come la Chiesa debba riconquistare la fiducia perduta, il Pontefice ha detto che "la priorità sono le vittime", da aiutare "a superare il trauma, a ritrovare la vita", anche con "aiuti psicologici e spirituali". E rispetto alle "persone colpevoli", Benedetto XVI ha invocato la "giusta pena" e "l'allontanamento da ogni possibilità di accesso ai giovani".

ST

DG

Studio Tecnico

Dalessandro Giacomo

41° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE

 

 

Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto,

pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio.

Per conoscer le mie idee Vedi il "Libro dei Miei Pensieri"html PDF

Il mio commento sull'argomento di Oggi è :

Forse in Inghilterra manca ancora la divisione fra Potere Politico e Potere Religioso, e questo non fa bene alla Verità e Libertà di Coscienza.

Per quanto riguarda la Pedofilia non ci sono assolutamente giustificazioni, perché la pedofilia rende Testimonianza del Peccato e non del Vangelo di Cristo, e pertanto si ripercuote sulla Fede dei Cattolici non praticanti, non rendendoli Testimoni di Cristo.

Poi il Perdono è altra cosa, spetta a DIO ed a chi Cristo ha delegato, e non puo essere comunque alibi per far conservare i Privilegi della Consacrazione.

Eventualmente il Pentito può diventare Santo, ma in virtù della Pratica e delle Opere, Successive al Pentimento, acclarate dal Popolo, non già dall'appartenere alla classe Sacerdotale (es. Paolo di Tarso, S. Agostino, e di Manzoniana memoria come Fra' Cristoforo dei Promessi Sposi... ).

Inoltre il Pentimento e come quello di Taddeo, del Vangelo, che rende il doppio di quanto ha frodato..)

Per. Ind. Giacomo Dalessandro

Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi - dal 2010-09-16 ad oggi 2010-09-22

AVVENIRE

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2010-09-22

 

22 settembre 2010

UDIENZA

Il Papa: la mia visita a Londra,

un evento storico

"Si è trattato di un evento storico che ha segnato una nuova e importante fase della lunga e complessa vicenda delle relazioni tra quelle popolazioni e la Santa Sede". Con queste parole Benedetto XVI, parlando nel corso dell'udienza generale in Piazza San Pietro del suo viaggio apostolico nel Regno Unito, conclusosi domenica scorsa, ha ricordato "le quattro intense e bellissime giornate trascorse in quella nobile terra".

"È stato una visita ufficiale e in pari tempo un pellegrinaggio nel cuore della storia e dell'oggi di un popolo ricco di cultura e di fede qual è quello britannico", ha ricordato il Papa alle migliaia di fedeli riuniti in Piazza San Pietro. "Scopo principale della visita – ha spiegato – era quello di proclamare beato il cardinale John Henry Newman, uno dei più grandi inglesi dei tempi recenti, insigne teologo e uomo di Chiesa". E "in effetti la cerimonia di beatificazione ha rappresentato il momento preminente del viaggio apostolico, il cui tema era ispirato al tema dello stemma cardinalizio del beato Newman, "Il cuore parla al cuore"".

In queste "quattro intense e bellissime giornate trascorse in quella nobile terra", ha proseguito Ratzinger, "ho avuto la grande gioia di parlare al cuore degli abitanti del Regno Unito ed essi hanno parlato al mio, specialmente con la loro presenza e con la testimonianza della loro fede": "Ho potuto infatti constatare quanto l'eredità cristiana sia ancora forte e tuttora attiva in ogni strato della vita sociale".

Il Pontefice ha sottolineato di aver ricevuto, durante tutta la visita, "una calorosa accoglienza da parte delle autorità, degli esponenti delle varie realtà sociali, dei rappresentanti delle diverse confessioni religiose, e specialmente della gente comune". "Penso in modo particolare – ha aggiunto – ai fedeli della comunità cattolica e ai suoi pastori, che pur essendo minoranza nel Paese sono largamente apprezzati e considerati".

Benedetto XVI ha quindi rinnovato a tutti la sua "profonda gratitudine" per "l'entusiasmo dimostrato" e per "l'encomiabile solerzia" con cui si sono attivati "per la riuscita di questa mia visita il cui ricordo conserverò per sempre nel mio cuore".

 

 

 

 

22 settembre 2010

UDIENZA DEL MERCOLEDI'

"Il viaggio nel Regno Unito, evento storico"

Cari fratelli e sorelle!

Oggi vorrei soffermarmi a parlare del viaggio apostolico nel Regno Unito, che Dio mi ha concesso di compiere nei giorni scorsi. E’ stata una visita ufficiale e, in pari tempo, un pellegrinaggio nel cuore della storia e dell’oggi di un popolo ricco di cultura e di fede, qual è quello britannico. Si è trattato di un evento storico, che ha segnato una nuova importante fase nella lunga e complessa vicenda delle relazioni tra quelle popolazioni e la Santa Sede. Scopo principale della visita era quello di proclamare beato il Cardinale John Henry Newman, uno dei più grandi inglesi dei tempi recenti, insigne teologo e uomo di Chiesa. In effetti, la cerimonia di beatificazione ha rappresentato il momento preminente del viaggio apostolico, il cui tema era ispirato al motto dello stemma cardinalizio del beato Newman: "Il cuore parla al cuore". E nelle quattro intense e bellissime giornate trascorse in quella nobile terra ho avuto la grande gioia di parlare al cuore degli abitanti del Regno Unito, ed essi hanno parlato al mio, specialmente con la loro presenza e con la testimonianza della loro fede. Ho potuto infatti constatare quanto l’eredità cristiana sia ancora forte e tuttora attiva in ogni strato della vita sociale. Il cuore dei britannici e la loro esistenza sono aperti alla realtà di Dio e vi sono numerose espressioni di religiosità che questa mia visita ha posto ancora più in evidenza.

Sin dal primo giorno della mia permanenza nel Regno Unito, e durante tutto il periodo del mio soggiorno, ovunque ho ricevuto una calorosa accoglienza da parte delle Autorità, degli esponenti delle varie realtà sociali, dei rappresentanti delle diverse Confessioni religiose e specialmente della gente comune. Penso in modo particolare ai fedeli della Comunità cattolica e ai suoi Pastori, che, pur essendo minoranza nel Paese, sono largamente apprezzati e considerati, impegnati nell’annuncio gioioso di Gesù Cristo, facendo splendere il Signore e facendosi sua voce specialmente tra gli ultimi. A tutti rinnovo l’espressione della mia profonda gratitudine, per l’entusiasmo dimostrato e per l’encomiabile solerzia con cui si sono adoperati per la riuscita di questa mia visita, il cui ricordo conserverò per sempre nel mio cuore.

Il primo appuntamento è stato a Edimburgo con Sua Maestà la Regina Elisabetta II, che, unitamente al suo Consorte, il Duca di Edimburgo, mi ha accolto con grande cortesia a nome di tutto il popolo britannico. Si è trattato di un incontro molto cordiale, caratterizzato dalla condivisione di alcune profonde preoccupazioni per il benessere dei popoli del mondo e per il ruolo dei valori cristiani nella società. Nella storica capitale della Scozia ho potuto ammirare le bellezze artistiche, testimonianza di una ricca tradizione e di profonde radici cristiane. A questo ho fatto riferimento nel discorso a Sua Maestà e alle Autorità presenti, ricordando che il messaggio cristiano è diventato parte integrante della lingua, del pensiero e della cultura dei popoli di quelle Isole. Ho parlato anche del ruolo che la Gran Bretagna ha svolto e svolge nel panorama internazionale, menzionando l’importanza dei passi compiuti per una pacificazione giusta e duratura nell’Irlanda del Nord.

L’atmosfera di festa e gioia creata dai ragazzi e dai bambini ha allietato la tappa di Edimburgo. Trasferitomi poi a Glasgow, città impreziosita da incantevoli parchi, ho presieduto la prima Santa Messa del viaggio proprio nel Bellahouston Park. E’ stato un momento di intensa spiritualità, molto importante per i cattolici del Paese, anche in considerazione del fatto che in quel giorno ricorreva la festa liturgica di san Ninian, primo evangelizzatore della Scozia. A quell’assemblea liturgica riunita in attenta e partecipe preghiera, resa ancor più solenne da melodie tradizionali e canti coinvolgenti, ho ricordato l’importanza dell’evangelizzazione della cultura, specialmente nella nostra epoca in cui un pervasivo relativismo minaccia di oscurare l’immutabile verità sulla natura dell’uomo.

Nella seconda giornata ho iniziato la visita a Londra. Qui, ho incontrato dapprima il mondo dell’educazione cattolica, che riveste un ruolo rilevante nel sistema di istruzione di quel Paese. In un autentico clima di famiglia ho parlato agli educatori, ricordando l’importanza della fede nella formazione di cittadini maturi e responsabili. Ai numerosi adolescenti e giovani, che mi hanno accolto con simpatia ed entusiasmo, ho proposto di non perseguire obiettivi limitati, accontentandosi di scelte comode, ma di puntare a qualcosa di più grande, vale a dire la ricerca della vera felicità, che si trova soltanto in Dio. Nel successivo appuntamento con i responsabili delle altre religioni maggiormente rappresentate nel Regno Unito, ho richiamato l’ineludibile necessità di un dialogo sincero, che ha bisogno del rispetto del principio di reciprocità perché sia pienamente fruttuoso. Al tempo stesso, ho evidenziato la ricerca del sacro come terreno comune a tutte le religioni sul quale rinsaldare amicizia, fiducia e collaborazione.

La visita fraterna all’Arcivescovo di Canterbury è stata l’occasione per ribadire il comune impegno di testimoniare il messaggio cristiano che lega Cattolici e Anglicani. E’ seguito uno dei momenti più significativi del viaggio apostolico: l’incontro nel grande salone del Parlamento britannico con personalità istituzionali, politiche, diplomatiche, accademiche, religiose, esponenti del mondo culturale e imprenditoriale. In quel luogo così prestigioso ho sottolineato che la religione, per i legislatori, non deve rappresentare un problema da risolvere, ma un fattore che contribuisce in modo vitale al cammino storico e al dibattito pubblico della nazione, in particolare nel richiamare l’importanza essenziale del fondamento etico per le scelte nei vari settori della vita sociale.

In quel medesimo clima solenne, mi sono poi recato nell’Abbazia di Westminster: per la prima volta un Successore di Pietro è entrato nel luogo di culto simbolo delle antichissime radici cristiane del Paese. La recita della preghiera dei Vespri, insieme alle diverse comunità cristiane del Regno Unito, ha rappresentato un momento importante nei rapporti tra la Comunità cattolica e la Comunione anglicana. Quando insieme abbiamo venerato la tomba di sant’Edoardo il confessore, mentre il coro cantava: "Congregavit nos in unum Christi amor", abbiamo tutti lodato Dio, che ci conduce sulla via della piena unità.

Nella mattinata di sabato, l’appuntamento con il Primo Ministro ha aperto la serie di incontri con i maggiori esponenti del mondo politico britannico. E’ seguita la celebrazione eucaristica nella Cattedrale di Westminster, dedicata al Preziosissimo Sangue di Nostro Signore. E’ stato uno straordinario momento di fede e di preghiera – che ha anche evidenziato la ricca e preziosa tradizione di musica liturgica "romana" e "inglese" - a cui hanno preso parte le diverse componenti ecclesiali, spiritualmente unite alle schiere di credenti della lunga storia cristiana di quella terra. Grande è la mia gioia per aver incontrato un gran numero di giovani che partecipavano alla Santa Messa dall’esterno della Cattedrale. Con la loro presenza carica di entusiasmo ed insieme attenta e trepida, essi hanno dimostrato di voler essere i protagonisti di una nuova stagione di coraggiosa testimonianza, di fattiva solidarietà, di generoso impegno a servizio del Vangelo.

Nella Nunziatura Apostolica ho incontrato alcune vittime di abusi da parte di esponenti del Clero e dei religiosi. E’ stato un momento intenso di commozione e di preghiera. Poco dopo, ho incontrato anche un gruppo di professionisti e volontari responsabili della protezione dei ragazzi e dei giovani negli ambienti ecclesiali, un aspetto particolarmente importante e presente nell’impegno pastorale della Chiesa. Li ho ringraziati e incoraggiati a continuare il loro lavoro, che si inserisce nella lunga tradizione della Chiesa di cura per il rispetto, l’educazione e la formazione delle nuove generazioni. Sempre a Londra ho visitato poi la casa di riposo per anziani gestita dalle Piccole Sorelle dei Poveri con il prezioso apporto di numerose infermiere e volontari. Questa struttura di accoglienza è segno della grande considerazione che la Chiesa ha sempre avuto per l’anziano, come pure espressione dell’impegno dei cattolici britannici nel rispetto della vita senza tenere conto dell’età o delle condizioni.

Come dicevo, il culmine della mia visita nel Regno Unito è stata la beatificazione del Cardinale John Henry Newman, illustre figlio dell’Inghilterra. Essa è stata preceduta e preparata da una speciale veglia di preghiera svoltasi sabato sera a Londra, in Hyde Park, in un’atmosfera di profondo raccoglimento. Alla moltitudine di fedeli, specialmente giovani, ho voluto riproporre la luminosa figura del Cardinale Newman, intellettuale e credente, il cui messaggio spirituale si può sintetizzare nella testimonianza che la via della coscienza non è chiusura nel proprio "io", ma è apertura, conversione e obbedienza a Colui che è Via, Verità e Vita. Il rito di beatificazione ha avuto luogo a Birmingham, nel corso della solenne Celebrazione eucaristica domenicale, alla presenza di una vasta folla proveniente dall’intera Gran Bretagna e dall’Irlanda, con rappresentanze di molti altri Paesi. Questo toccante evento ha portato ancor più alla ribalta uno studioso di grande levatura, un insigne scrittore e poeta, un sapiente uomo di Dio, il cui pensiero ha illuminato molte coscienze e ancora oggi esercita un fascino straordinario. A lui, in particolare, si ispirino i credenti e le comunità ecclesiali del Regno Unito, perché anche ai nostri giorni quella nobile terra continui a produrre frutti abbondanti di vita evangelica.

L’incontro con la Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles e con quella della Scozia, ha concluso una giornata di grande festa e di intensa comunione di cuori per la Comunità cattolica in Gran Bretagna.

Cari fratelli e sorelle, in questa mia Visita nel Regno Unito, come sempre ho voluto sostenere in primo luogo la Comunità cattolica, incoraggiandola a lavorare strenuamente per difendere le immutabili verità morali che, riprese, illuminate e confermate dal Vangelo, stanno alla base di una società veramente umana, giusta e libera. Ho inteso anche parlare al cuore tutti gli abitanti del Regno Unito, nessuno escluso, della realtà vera dell’uomo, dei suoi bisogni più profondi, del suo destino ultimo. Nel rivolgermi ai cittadini di quel Paese, crocevia della cultura e dell’economia mondiale, ho tenuto presente l’intero Occidente, dialogando con le ragioni di questa civiltà e comunicando l’intramontabile novità del Vangelo, di cui essa è impregnata. Questo viaggio apostolico ha confermato in me una profonda convinzione: le antiche nazioni dell'Europa hanno un'anima cristiana, che costituisce un tutt’uno col "genio" e la storia dei rispettivi popoli, e la Chiesa non cessa di lavorare per mantenere continuamente desta questa tradizione spirituale e culturale.

Il beato John Henry Newman, la cui figura e cui scritti conservano ancora una formidabile attualità, merita di essere conosciuto da tutti. Egli sostenga i propositi e gli sforzi dei cristiani per "diffondere ovunque il profumo di Cristo, affinché tutta la loro vita sia soltanto un’irradiazione della sua", come scriveva sapientemente nel suo libro Irradiare Cristo.

 

 

 

 

 

2010-09-20

20 settembre 2010

CONCLUSO IL VIAGGIO

Il Papa conquista Londra

Il Papa è rientrato ieri sera a Roma, accolto a Ciampino dal sottosegretario Gianni Letta, dopo lo storico viaggio in Gran Bretagna. Ieri mattina, Benedetto XVI, in occasione della beatificazione del card. John Henry Newman, a Cofton Park (Birmingham) a ribadito il motto del card. Newman, Cor ad cor loquitur, "il cuore parla al cuore", "ci permette di penetrare nella sua comprensione della vita cristiana come chiamata alla santità, sperimentata come l’intenso desiderio del cuore umano di entrare in intima comunione con il Cuore di Dio. Egli ci rammenta che la fedeltà alla preghiera ci trasforma gradualmente nell’immagine divina". Lo ha detto, Newman "ci dice che il nostro divino Maestro ha assegnato" a ciascuno un "servizio ben definito".

Quello al quale il beato Newman fu chiamato, ha osservato il Papa, "comportò l’applicazione del suo sottile intelletto e della sua prolifica penna a molti dei più urgenti ‘problemi del giorno’". Secondo il Pontefice, "le sue intuizioni sulla relazione fra fede e ragione, sullo spazio vitale della religione rivelata nella società civilizzata, e sulla necessità di un approccio all’educazione ampiamente fondato e a lungo raggio, non furono soltanto di importanza profonda per l’Inghilterra vittoriana, ma continuano ancor oggi ad ispirare e ad illuminare molti in tutto il mondo". Il Papa ha poi reso onore "alla sua visione dell’educazione, che ha fatto così tanto per plasmare l’‘ethos’ che è la forza sottostante alle scuole ed agli istituti universitari cattolici di oggi".

Il premier David Cameron ha parlato di "visita storica" e di "quattro giorni incredibilmente commoventi", il quotidiano laico Guardian ha utilizzato la parola "miracolo" per spiegare l'imprevedibile successo di Benedetto XVI in Gran Bretagna, e il primate scozzese Keith ÒBrien ha evocato un "Benedict bounce", cioè un "effetto Benedetto" capace di aprire "una nuova era del cattolicesimo del Regno Unito". Le grandi folle incontrate in questi quattro giorni (circa 600 mila fedeli) e le parole che il Papa ha potuto ascoltare nei diversi incontri, hanno fatto emergere "quanto fra i britannici, sia profonda la sete per la buona novella di Gesù Cristo".

Al di là dei numeri, "che pure ci sono", ha tenuto a sottolineare il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha impressionato infatti "l'ascolto, reale, forte ottenuto dal messaggio del Papa", che "è stato recepito con rispetto e gioia dai fedeli": proprio questo è, per il portavoce, "l'incoraggiamento straordinario per la comunità cattolica di questo Paese", rappresentato dal viaggio in Gran Bretagna e dal suo "successo spirituale".

 

 

 

 

 

19 settembre 2010

Pellegrinaggi di settembre

Questo tempo per l’Europa

C’è una costante nei viaggi "settembrini" di Benedetto XVI, che è palese anche in questa visita nel Regno Unito. E’ la costante che porta il Papa a riflettere, e a far riflettere, sulla condizione attuale dell’"Europa cristiana", segnata da potenti processi di secolarizzazione e dalla rischiosa pretesa di reciderne le storiche radici religiose e culturali, mettendo in questione la stessa organizzazione sociale che da quella tradizione viva è stata ispirata e sostenuta.

Per contenuti e modalità, infatti, la visita che si conclude oggi si aggiunge a quelle in Germania (2006), Austria (2007), Francia (2008) e Repubblica Ceca (2009), tutte compiute nel mese di settembre, in cui il Pontefice teologo ha mostrato non solo la bellezza della fede in Cristo, ma anche la sua plausibilità sul piano della ragione.

Una sorta di "pellegrinaggio della rievangelizzazione", che in un certo senso parte dal grande discorso di Ratisbona, per giungere alla beatificazione odierna del cardinale Henry Newman, con esiti sempre più intensi e, per alcuni, sorprendenti. Basti pensare che ciascuna delle tappe è stata presentata alla vigilia dai media come un possibile flop, salvo poi a verificare sul campo esattamente il contrario.

In Gran Bretagna, Benedetto XVI ha fatto un ulteriore passo avanti. Tutto ciò che ha detto in questi anni lo ha riproposto attraverso la testimonianza di una figura concreta, quel Newman che oggi a Birmingham beatificherà personalmente, derogando alla regola fissata ad inizio pontificato di presiedere solo le canonizzazioni. Il "grande Inglese" merita sicuramente tale eccezione.

Anche perché Papa Ratzinger non ha nascosto di considerarlo il campione del confronto con "la dittatura del relativismo", la grande malattia spirituale che affligge l’Occidente e che - come il Pontefice ha dimostrato nella sua enciclica sociale e ribadito venerdì nell’incontro con il mondo della cultura - ha avuto catastrofiche conseguenze anche nell’esplicarsi degli effetti della crisi finanziaria mondiale.

Newman davvero può essere patrono ideale del lavoro di rievangelizzazione, al quale il Papa ha recentemente intitolato un nuovo dicastero vaticano. La lezione umana e spirituale del neo-beato riassume in sé, infatti, i punti cardine del magistero "settembrino" di Benedetto XVI.

Riaffermazione del ruolo pubblico della fede, profonda coerenza tra "ciò che crediamo e il modo in cui viviamo la nostra esistenza". E infine capacità di "pagare un prezzo" a questa coerenza. Cioè, come il Papa ha detto ieri sera nella veglia di Hyde Park, il rischio di "essere additati come irrilevanti, ridicolizzati o fatti segno di parodia". Di tale prezzo, a suo tempo, il cardinale Newman non ha avuto paura. Tanto meno Benedetto XVI, che tra l’altro l’ha pagato in più di un’occasione in questi anni di pontificato. Ma egli, per usare le sue stesse parole, va avanti "con coraggio e con gioia".

E altrettanto chiede di fare ai cattolici e a tutti i cristiani, con lo spirito ecumenico palesato anche qui a Londra. Perché la sfida portata dal relativismo non è di quelle che si possano affrontare mantenendo anacronistiche divisioni.

Mimmo Muolo

 

 

19 settembre 2010

MEMORIA VIVA

Alla scuola dei santi

La vicenda biografica del cardinale John Henry Newman (1801-1890) ci si presenta come un itinerario pasquale, un cammino difficile e affascinante che lo conduce a raggiungere la luce della verità, della verità fatta persona in Cristo Gesù che continua a vivere nella sua Chiesa. Il suo è un cammino personale e insieme ecclesiale. In realtà Newman sapeva entrare con passione nella storia della Chiesa, in concreto nella vita dei santi, nella loro vita interiore, e questo specialmente ponendosi alla scuola dei grandi Padri della Chiesa.

Vorrei soffermarmi sul rapporto che Newman ha vissuto con una specifica Chiesa locale, quella ambrosiana, non solo per il suo riferimento di studioso al "maestoso Ambrogio" – come lo chiama – ma anche per il suo soggiorno a Milano dal 20 settembre al 23 ottobre 1846, durante il viaggio verso Roma: un soggiorno che ha lasciato una singolare risonanza nell’animo di Newman, come lui stesso scrive nelle otto Lettere mandate da Milano agli amici in Inghilterra. Il 9 ottobre 1846, nel primo anniversario della sua conversione, scrive: "Oggi è un anno dacchè sono nella Chiesa cattolica e ogni giorno benedico Lui che mi conduce dentro sempre più.

Sono passato dalle nubi e dalle tenebre alla luce, e non posso guardare alla mia precedente condizione senza provare l’amara sensazione che si ha quando si guarda indietro a un viaggio faticoso e triste". E conclude: "Quando ero felice nella Chiesa inglese era soprattutto quando non era inglese". È una Chiesa in qualche modo "speciale" quella che Newman incontra nel Duomo e in altre chiese di Milano, che lo colpiscono fortemente per il numero di comunioni: "Sono stato proprio molto impressionato dal numero di comunioni; esse non solo avvengono ogni giorno, ma la balaustra è gremita parecchie volte nello spazio di un’ora... io penso di non aver visto una Messa senza che ci fosse chi si comunicava – oltre le comunioni fuori della Messa".

Qui "nella città di sant’Ambrogio – osserva – uno comprende la Chiesa di Dio più che non nella maggior parte degli altri luoghi ed è indotto a pensare a tutti quelli che sono sue membra. E inoltre non si tratta di una pura immaginazione... c’è qui una ventina di chiese aperte a chi vi passa davanti, e in ciascuna di esse si trovano le loro reliquie, e il Santissimo Sacramento preparato per l’adoratore, anche prima che vi entri. Non vi è nulla che mi abbia mostrato in maniera così forte l’unità della Chiesa come la Presenza del suo Divin Fondatore e della sua Vita dovunque io vada".

Le "impressioni" suscitate in Newman dalle chiese di Milano, mentre ci fanno riscoprire aspetti interessanti sul loro passato, ci mostrano come "la santità popolare" – frutto di una fede vissuta nel quotidiano da parte di tutta una comunità – abbia saputo sprigionare in lui una grande forza missionaria, un invito a lasciarsi interrogare e conquistare nel suo cammino verso la verità tutta intera.

La città di sant’Ambrogio e il grande san Carlo

Newman scrive: "Questo è il luogo più meraviglioso – che mi impressiona più che non Roma. Certo, io non ero ancora cattolico quando vi andai, ma Milano presenta maggiori richiami, che non Roma, con la storia che mi è familiare. Qui ci fu sant’Ambrogio, sant’Agostino, santa Monica, sant’Atanasio, ecc. Fino a san Leone, Roma raramente offre rilevanti motivi di interesse dal profilo della storia – eccetto ovviamente alcuni grandi martirii, come quello di san Lorenzo". In una lettera scritta alla sorella, confessa: "Io non sono mai stato in una città che mi abbia così incantato: stare davanti alle tombe di grandi santi come sant’Ambrogio e san Carlo – e vedere i luoghi dove sant’Ambrogio ha respinto gli Ariani, dove santa Monica montò la guardia per una notte con la "pia plebs", come la chiama sant’Agostino, e dove lo stesso sant’Agostino venne battezzato.

Le nostre più vecchie chiese in Inghilterra non sono nulla quanto ad antichità rispetto a quelle di qui, e a quel tempo le ceneri dei santi sono state gettate ai quattro venti. È cosa così grande essere dove i primordia, la culla, per così dire, del cristianesimo continuano ad esserci". In Milano Newman rimane attratto dalla "liturgia" della Chiesa ambrosiana, diversa dal rito romano. Ecco una sua curiosa testimonianza: "È tuttora in vigore la vecchia liturgia ambrosiana, o Messa, che riporta indietro proprio all’età del grande Santo. Per alcuni aspetti mi piace di più di quella romana...".

E non risparmia un’osservazione critica sulla musica ambrosiana: "Non posso dire che piaccia alle mie orecchie... Siamo stati l’altra domenica in un Oratorio... I ragazzi e i giovani cantavano con grande vivacità e animazione corali e brani simili... Dubito che dei ragazzi possano essere interessati al gregoriano". Newman è incantato dal Duomo: "Il Duomo è l’edificio più incantevole che mai abbia visto. Se si va per la città, i suoi pinnacoli assomigliano a neve luminosa contro il cielo blu. Siamo stati due volte sulla sua cima, dalla quale appaiono belle le Alpi, specialmente il Monte Rosa".

L’incanto più vero è per il Duomo "vivo e in movimento": per i fedeli che celebrano il culto. Nutrono la loro fede, esprimono la loro pietà. Possiamo dire che nella scoperta del senso della liturgia da parte di Newman hanno un posto le assemblee incontrate nel Duomo di Milano: "Una Cattedrale cattolica – scrive – è una specie di mondo, ciascuno dei quali si muove intorno alla propria attività, solo che questa è di tipo religioso; gruppi di fedeli o fedeli solitari – in ginocchio o in piedi –, alcuni presso le reliquie, altri presso gli altari – che ascoltano Messa e fanno la comunione –, flussi dei fedeli che si intercettano e si oltrepassano a vicenda – altare dopo altare accesi per la celebrazione come stelle del firmamento – o la campana che annuncia ciò che sta incominciando nei luoghi sottratti al tuo sguardo – mentre nel contempo i canonici in coro recitano le loro ore di mattutino e lodi o vespri, e alla fine l’incenso sale a volute dall’altare maggiore e tutto questo in uno degli edifici più belli del mondo...".

Ma per Newman dire "il Duomo" significa dire "il grande san Carlo". Nelle sue lettere agli amici inglesi più volte ne racconta la vita e la morte, la passione pastorale e la spiritualità, l’influsso dell’attività a favore della Riforma cattolica del Concilio di Trento sia nella propria che in altre diocesi. Se già aveva una conoscenza storica su san Carlo, ora, qui in Milano, egli trova concreto riscontro nelle tracce vive e permanenti dell’azione del Borromeo.

È davvero "impressionante" la grandezza del vescovo riformatore e pastore, una grandezza che non conosce tramonto: "Nonostante ogni sorta di male, di genere politico o altri; nonostante mancanza di fede e altri cattivi spiriti del giorno, c’è un’intensa devozione per san Carlo". Una devozione che non è solo preghiera, ma impegno di vita: "E la disciplina del clero è sostenuta dalle sue norme in modo più esatto di quello che noi abbiamo trovato in Francia o di quanto lo sia a Roma".

E precisa: "San Carlo sembra vivere ancora. Tu vedi i suoi ricordi da ogni parte – il crocifisso che fece cessare la peste quando egli lo portò lungo le vie – la sua mitra, il suo anello – le sue lettere. Soprattutto le sue sacre reliquie: ogni giorno si celebra la Messa presso la sua tomba, e puoi vedere questo da sopra. O bone pastor in populo sembra conficcato nella mente da ogni cosa che si vede. Ed è come se ci fosse una connessione tra lui e noi...". Quel "noi" rimanda agli inglesi, per i quali Newman prega il santo riformatore, in ordine a ritrovare l’autentica fede e vita cattolica: "non posso che aver fiducia che egli farà qualche cosa per noi lassù, dove è potente, questo benché noi siamo da una parte delle Alpi ed egli sia appartenuto all’altra".

Il messaggio per l’uomo d’oggi

Quale messaggio può venire all’uomo d’oggi dal nuovo beato, cardinal Newman? È il messaggio legato alla sua "conversione", intesa come cammino di vita verso la "luce" e impegno costante di "fedeltà" alla luce stessa. A un certo punto nella sua lunga esperienza di preghiera, di riflessione, di penitenza, a Newman riapparve quella luce che lo condusse il 9 ottobre 1845 a "sentirsi raccolto nell’unico ovile di Cristo" (Apologia, p. 207). "Avevo l’impressione – scriveva nel 1864 – di entrare nel porto dopo una traversata agitata: per questo la mia felicità, da allora fino ad oggi, è rimasta inalterata" (Apologia, p. 211).

Era, questa, solo una tappa del suo lungo viaggio: sarebbe continuata in lui un’eroica e incessante lotta interiore, nell’adesione piena a Dio e nel consenso libero alla coscienza. E divenne così un esempio di guida spirituale, temprata dalle difficoltà affrontate e dalla diffidenza da cui si sentì circondato. La sua vita, definita da molti un "olocausto alla verità", rimane un prezioso punto di riferimento in questo momento storico-culturale.

Di fronte alle agitate tensioni e ai difficili discernimenti che la società ci impone, Newman invita tutti noi a mantenere un sapiente distacco dalle preoccupazioni materiali della vita per lasciare posto in noi alla crescita continua di ciò che è essenziale e decisivo: l’amore di Dio.

I nostri giorni ci obbligano a ritrovare un pensiero robusto e una pratica cristiana aperta e lungimirante, dentro la quale tutto – la ricerca teologica, l’interpretazione della cultura e il sentire ecclesiale – sia animato e accompagnato da una vera e profonda esperienza spirituale, pronta ad onorare sempre il primato del Dio invisibile e vicino. E questo dentro la Chiesa, dei Padri e di oggi, la Chiesa nella sua fragilità umana e nella sua santità.

Dionigi Tettamanzi - cardinale arcivescovo di Milano

 

 

2010-09-18

18 settembre 2010

IL PAPA A LONDRA

Newman insegna: la religione

non è un fatto privato

20.05 - Benedetto XVI è giunto a Hyde Park, a bordo della 'papamobile', dove è stato accolto da una

folla festante di circa centomila persone. Qui ora inizierà la veglia di preghiera per la beatificazione del cardinale John Henry Newman. Anche lungo il percorso nel centro di Londra verso Hyde Park, il passaggio del Papa è stato salutato e applaudito da ali di folla.

19.45 - Decine di migliaia di persone festanti con le bandiere bianche e gialle stanno salutando Benedetto XVI durante il suo spostamento in papamobile verso Hyde Park, dove tra poco comincerà la veglia per la beatificazione del cardinale Newman. Folla anche davanti a Buckingham Palace, dove il mezzo ha rallentato la sua corsa. A fianco della papamobile, tenuta ad una certa distanza dalla folla, un ampio ma discreto apparato di protezione, il che non ha impedito al Pontefice di rispondere a gesti al saluto della gente. Difficile, per ora, quantificare con certezza il numero delle persone in strada. Ad Hyde Park per la veglia sono attese circa 80mila persone.

19.00 - È "deplorevole" che, "in così marcato contrasto con la lunga tradizione della Chiesa di cura per i ragazzi", questi "abbiano sofferto abusi e maltrattamenti ad opera di alcuni preti e religiosi". Lo ha detto il Papa incontrando questo pomeriggio a Londra, durante la visita alla casa di riposo St. Peter's Residence, un gruppo di professionisti e di volontari che si dedicano alla protezione dei bambini e dei giovani in ambiente ecclesiastico. "Siamo tutti diventati molto più consapevoli della necessità di proteggere i ragazzi e voi costituite una parte importante della vasta risposta della Chiesa al problema", ha aggiunto Benedetto XVI.

18.00 - "La vita è un dono unico, ad ogni stadio, dal concepimento fino alla morte naturale, e spetta solo a Dio darla e toglierla". Con queste parole, dette a Londra agli anziani ospiti della casa di riposo St Peter's Residence, Benedetto XVI ha pronunciato questo pomeriggio un nuovo richiamo per la difesa della vita in ogni sua fase. "Ogni generazione può imparare dall'esperienza e saggezza della generazione che l'ha preceduta", ha sottolineato ancora il Pontefice affermando che "il provvedere alla cura delle persone anziane non dovrebbe essere anzitutto considerata come un atto di generosità, ma come il ripagare un debito di gratitudine". Da parte sua, ha assicurato, "la Chiesa ha sempre avuto grande rispetto per l'anziano". In proposito, Benedetto XVI ha citato prima il IV Comandamento, Onora tuo padre e tua madre, spiegando che "è legato alla promessa "perchè si prolunghino i tuoi giorni e tu sia felice nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà".

17.00 - Benedetto XVI ha incontrato a Londra un gruppo di vittime di preti pedofili. Lo riferisce la Bbc, che aggiunge che il gruppo era composto da cinque persone. L'incontro è avvenuto nell'area di Westminster ed è durato dai 30 ai 40 minuti. Benedetto XVI, ha dichiarato il portavoce padre Federico Lombardi, "si è commosso ascoltando le storie delle vittime e ha espresso profondo dolore e vergogna per le sofferenze loro e delle loro famiglie. Ha pregato con loro e ha assicurato che la Chiesa Cattolica, mentre continua a mettere in atto misure efficaci per la protezione dei giovani, sta facendo tutto il possibile per verificare le accuse, per collaborare con le autorità civili e per consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini". "Come in altre occasioni – ha spiegato Lombardi – ha pregato affinché tutte le vittime di abusi possano sperimentare guarigione e riconciliazione e riescano a superare la propria angoscia passata e presente con serenità e nuova speranza per il futuro".

13.00 - Al termine della Messa nella Cattedrale di Westminster, a Londra, Benedetto XVI è uscito sul sagrato per salutare i giovani, che lo hanno calorosamente applaudito. "Chiedo a ognuno di voi, prima di tutto, di guardare dentro al proprio cuore", ha detto ai giovani. "Pensate a tutto l'amore – ha aggiunto Benedetto XVI –, per ricevere il quale il vostro cuore è stato creato e a tutto l'amore che esso è chiamato a donare. In fin dei conti, siamo stati fatti per amare". Il Pontefice ha indicato l'esempio di Madre Teresa di Calcutta, che "ci ricordava che dare amore, amore puro e generoso, è il frutto di una decisione quotidiana". Subito dopo aver parlato ai giovani, Benedetto XVI è rientrato nella cattedrale per salutare i fedeli giunti dal Galles. L'incontro con i fedeli gallesi è stato voluto perchè la regione è l'unica della Gran Bretagna non toccata dalla visita papale, che ha fatto tappe in Scozia e Inghilterra.

11.00 - La Cattedrale di Westminster gremita per la Messa del Papa con tutti i vescovi cattolici inglesi. Nell'omelia Benedetto XVI ha parlato anche delle "immense sofferenze" causate dai preti pedofili alle loro vittime, che fanno parte delle "prove e tribolazioni" che ci sono "nella vita della Chiesa", tra cui quelle dei "martiri di ogni tempo". A tale proposito il Papa ha citato, tra gli altri, anche "i nostri fratelli e sorelle nel mondo, che ancora oggi soffrono discriminazioni e persecuzioni per la loro fede cristiana". Poi il Papa ha parlato dei fedeli laici, e del bisogno della società di testimoni di santità e verità.

10.00 - Benedetto XVI è a colloquio con il primo ministro britannico, il conservatore David Cameron. L'incontro avviene nel Palazzo arcivescovile di Westminster, dove il Papa si è recato stamane dopo aver lasciato la Nunziatura apostolica, sede di questo suo soggiorno londinese. Dopo l'incontro con il premier, il Pontefice riceverà anche il vice primo ministro, il liberale Nick Clegg, e quindi la leader dell'opposizione, la laburista Harriet Harman.

 

Nel pomeriggio alle 17.00 (le 18.00 italiane), Benedetto XVI visiterà gli anziani di una casa di riposo cattolica nel quartiere londinese di Lambeth. Quindi nella serata è prevista la veglia di preghiera a Hyde Park, dedicata alla beatificazione del cardinale britannico John Henry Newman che il Papa eleverà all'onore degli altari domani a Birmingham, nella giornata conclusiva della visita.

 

 

 

 

 

18 settembre 2010

IL TERZO GIORNO

Il Papa incontra vittime

dei preti pedofili

17.00 - Benedetto XVI ha incontrato a Londra un gruppo di vittime di preti pedofili. Lo riferisce la Bbc, che aggiunge che il gruppo era composto da cinque persone. L'incontro è avvenuto nell'area di Westminster ed è durato dai 30 ai 40 minuti. Benedetto XVI, ha dichiarato il portavoce padre Federico Lombardi, "si è commosso ascoltando le storie delle vittime e ha espresso profondo dolore e vergogna per le sofferenze loro e delle loro famiglie. Ha pregato con loro e ha assicurato che la Chiesa Cattolica, mentre continua a mettere in atto misure efficaci per la protezione dei giovani, sta facendo tutto il possibile per verificare le accuse, per collaborare con le autorità civili e per consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini". "Come in altre occasioni – ha spiegato Lombardi – ha pregato affinché tutte le vittime di abusi possano sperimentare guarigione e riconciliazione e riescano a superare la propria angoscia passata e presente con serenità e nuova speranza per il futuro".

13.00 - Al termine della Messa nella Cattedrale di Westminster, a Londra, Benedetto XVI è uscito sul sagrato per salutare i giovani, che lo hanno calorosamente applaudito. "Chiedo a ognuno di voi, prima di tutto, di guardare dentro al proprio cuore", ha detto ai giovani. "Pensate a tutto l'amore – ha aggiunto Benedetto XVI –, per ricevere il quale il vostro cuore è stato creato e a tutto l'amore che esso è chiamato a donare. In fin dei conti, siamo stati fatti per amare". Il Pontefice ha indicato l'esempio di Madre Teresa di Calcutta, che "ci ricordava che dare amore, amore puro e generoso, è il frutto di una decisione quotidiana". Subito dopo aver parlato ai giovani, Benedetto XVI è rientrato nella cattedrale per salutare i fedeli giunti dal Galles. L'incontro con i fedeli gallesi è stato voluto perchè la regione è l'unica della Gran Bretagna non toccata dalla visita papale, che ha fatto tappe in Scozia e Inghilterra.

11.00 - La Cattedrale di Westminster gremita per la Messa del Papa con tutti i vescovi cattolici inglesi. Nell'omelia Benedetto XVI ha parlato anche delle "immense sofferenze" causate dai preti pedofili alle loro vittime, che fanno parte delle "prove e tribolazioni" che ci sono "nella vita della Chiesa", tra cui quelle dei "martiri di ogni tempo". A tale proposito il Papa ha citato, tra gli altri, anche "i nostri fratelli e sorelle nel mondo, che ancora oggi soffrono discriminazioni e persecuzioni per la loro fede cristiana". Poi il Papa ha parlato dei fedeli laici, e del bisogno della società di testimoni di santità e verità.

10.00 - Benedetto XVI è a colloquio con il primo ministro britannico, il conservatore David Cameron. L'incontro avviene nel Palazzo arcivescovile di Westminster, dove il Papa si è recato stamane dopo aver lasciato la Nunziatura apostolica, sede di questo suo soggiorno londinese. Dopo l'incontro con il premier, il Pontefice riceverà anche il vice primo ministro, il liberale Nick Clegg, e quindi la leader dell'opposizione, la laburista Harriet Harman.

 

Nel pomeriggio alle 17.00 (le 18.00 italiane), Benedetto XVI visiterà gli anziani di una casa di riposo cattolica nel quartiere londinese di Lambeth. Quindi nella serata è prevista la veglia di preghiera a Hyde Park, dedicata alla beatificazione del cardinale britannico John Henry Newman che il Papa eleverà all'onore degli altari domani a Birmingham, nella giornata conclusiva della visita.

 

 

18 settembre 2010

Sono i princìpi a costruire lo spazio degli uomini

Un magistero offerto a tutti

Con gli interventi di ieri, Benedetto XVI ha aperto le braccia ai rappresentanti della nazione britannica nella Westminster Hall, all’arcivescovo di Canterbury, ai leader di altre religioni, e l’ha fatto riflettendo con loro sui temi cruciali della nostra epoca, sulle domande che l’uomo si pone in ogni angolo del pianeta. Colpisce nelle parole del Papa lo stretto rapporto tra storia e attualità, fra la tradizione di cui l’Inghilterra è custode e i problemi che interrogano una società ormai globalizzata nella quale il destino di un popolo dipende da ciò che fanno gli altri popoli, mentre tutti vivono un’interdipendenza che segnerà il futuro dell’umanità. I contenuti del magistero del Papa hanno permesso di accantonare ogni preoccupazione e ombra, hanno superato ogni particolarismo, perché Benedetto XVI è andato in Gran Bretagna senza chiedere nulla e per parlare a tutti, nessuno escluso, della realtà vera dell’uomo, dei suoi bisogni, del suo destino sovrannaturale. Tutti hanno ascoltato il linguaggio universale del successore di Pietro che non recrimina sul passato, offre il sostegno della Chiesa a chiunque ne abbia bisogno, guarda al futuro con realismo e fiducia.

La ricerca del senso della vita non è di ostacolo alla piena realizzazione dell’uomo, anzi è una sua componente essenziale perché soltanto con lo sguardo verso l’alto, con l’accettazione del trascendente, l’uomo diviene se stesso.

Ai leader religiosi Benedetto XVI si rivolge con le parole di Agostino di Ippona: "Signore, ci hai creati per Te ed il nostro cuore è inquieto sino a che non riposerà in Te", e scandisce un messaggio di speranza perché la religione sia mezzo di amore e fratellanza, anziché di divisione. Tutte le scienze umane e naturali sono strumenti per comprendere tanti aspetti della nostra esistenza, ma nessuna di esse può dare risposta alla domanda fondamentale del nostro cuore sul significato ultimo dell’esistenza. All’afflato religioso segue l’appello perché la libertà religiosa diventi realtà in ogni parte del mondo, perché sia consentito di vivere individualmente e pubblicamente la propria fede, di seguire la propria coscienza anche dopo la conversione ad altra religione. Parole profetiche, ma amare, in un mondo che conosce persecuzioni ed emarginazione per i cristiani e per altri credenti.

Il Papa si è fatto inglese tra gli inglesi, tessendo l’elogio delle virtù britanniche e della tradizione parlamentare fondata sul "senso istintivo di moderazione presente nella Nazione", ispirata al "desiderio di raggiungere un giusto equilibrio tra le legittime esigenze del potere dello Stato e i diritti" dell’individuo, che ha saputo fondare una democrazia pluralista, quasi la culla delle libertà dei moderni e del principio di eguaglianza. Sulla base di questi riconoscimenti, egli ha proposto il tema fondamentale della nostra epoca, se possa esistere un ordine civile giusto che sia svincolato dai grandi principi morali che derivano dalle radici cristiane dell’Europa. E ha risposto ricordando che l’Inghilterra ha potuto abolire il commercio degli schiavi solo partendo dalla legge naturale, e solo l’abbandono della legge naturale ha portato agli orrori dei totalitarismi europei del XX secolo. Movendo da questa realtà storica, non da enunciazioni astratte, si può comprendere perché la ragione e la fede "hanno bisogno l’uno dell’altro e non devono avere timore di entrare in una profondo e continuo dialogo, per il bene della nostra civiltà".

Il Papa ha rimirato "gli angeli che ci guardano dalla magnifica volta" della Westminster Hall e ricordano "la lunga tradizione da cui il Parlamento britannico si è sviluppato", ed ha pregato con l’Arcivescovo di Canterbury per l’unità dei cristiani che può realizzarsi soltanto mediante l’azione dello Spirito Santo. Ma ha lanciato il suo messaggio più pressante a difesa della vita, perché "quando è in gioco la vita umana, il tempo si fa sempre breve", e all’uomo è affidato il compito di governare la terra nel rispetto dei diritti di tutte le creature. Quando, poi, di fronte agli educatori ha affermato che la scuola non deve trasmettere nozioni ma educare il cuore e la mente, si è delineato l’affresco di un magistero che Benedetto XVI, sulle orme di Pietro, ha voluto offrire a chiunque lo voglia conoscere, chiedendo solo un animo ben disposto all’ascolto della verità, della parola di Dio che non ha confini di tempo e luogo. Con l’abbraccio all’Inghilterra il Papa ha diradato molte nubi che si erano addensate nella storia, ma ha voluto ricordare che nel mondo di oggi c’è tanto spazio per uomini che sappiano vivere insieme nel rispetto dei principi che sono iscritti nell’intimo della coscienza.

Carlo Cardia

 

 

 

18 settembre 2010

S. Messa nella Cattedrale di Westminster

La società ha bisogno di testimoni di santità

Cari amici in Cristo,

vi saluto tutti con gioia nel Signore e vi ringrazio per la vostra calorosa accoglienza. Ringrazio l’Arcivescovo Nichols per le parole di benvenuto che mi ha rivolto in nome vostro. Davvero in questo incontro del successore di Pietro con i fedeli della Gran Bretagna, "il cuore parla al cuore" e ci fa gioire nell’amore di Cristo e nella nostra comune professione della fede cattolica che ci è stata trasmessa dagli Apostoli.

Sono particolarmente lieto che il nostro incontro abbia luogo in questa Cattedrale dedicata al Preziosissimo Sangue, che è il segno della misericordia redentrice di Dio riversatasi sul mondo mediante la passione, morte e resurrezione del suo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo. Un particolare saluto rivolgo all’Arcivescovo di Canterbury che ci onora della sua presenza.

Il visitatore di questa cattedrale non può non rimanere colpito dal grande crocifisso che domina la navata, che ritrae il corpo di Cristo schiacciato dalla sofferenza, sopraffatto dal dolore, vittima innocente la cui morte ci ha riconciliati con il Padre e ci ha donato di partecipare alla vita stessa di Dio. Le braccia spalancate del Signore sembrano abbracciare questa chiesa intera, innalzando verso il Padre le schiere di fedeli che si raccolgono attorno all’altare del sacrificio Eucaristico e partecipano dei suoi frutti. Il Signore crocifisso sta sopra di noi e davanti a noi, come la sorgente della nostra vita e salvezza, "il sommo sacerdote dei beni futuri", come lo definisce l’autore della Lettera agli Ebrei nella prima lettura odierna (9,11).

E’, per così dire, all’ombra di questa impressionante immagine, che vorrei riferirmi alla parola di Dio che è stata proclamata in mezzo a noi e riflettere sul mistero del Sangue Prezioso, poiché è questo mistero che ci conduce a riconoscere l’unità fra il sacrificio di Cristo sulla Croce, il sacrificio Eucaristico che egli ha donato alla sua Chiesa, e il suo eterno sacerdozio, per mezzo del quale, assiso alla destra del Padre, egli non cessa di intercedere per noi, le membra del suo mistico corpo.

Incominciamo dal sacrificio della Croce. Lo scaturire del sangue di Cristo è la sorgente della vita della Chiesa. San Giovanni, come sappiamo, vede nell’acqua e nel sangue che sgorgano dal corpo di nostro Signore la sorgente di quella vita divina che è donata dallo Spirito Santo e ci viene comunicata nei sacramenti (Gv 19,34; cfr 1 Gv 1,7;5,6-7).

La Lettera agli Ebrei ricava, potremmo dire, le implicazioni liturgiche di questo mistero. Gesù, attraverso la sua sofferenza e morte, la sua auto-donazione nello Spirito eterno, è divenuto il nostro sommo sacerdote e "il mediatore di un’alleanza nuova" (9,15). Queste parole richiamano le stesse parole di nostro Signore nell’Ultima Cena, quando egli istituì l’Eucarestia come sacramento del suo corpo, donato per noi, e del suo sangue, il sangue della nuova ed eterna alleanza sparso per la remissione dei peccati (cfr Mc 14,24; Mt 26,28; Lc 22,20).

Fedele al comando di Cristo "fate questo in memoria di me" (Lc 22,19), la Chiesa in ogni tempo e luogo celebra l’Eucarestia, fino a che il Signore ritorni nella gloria, rallegrandosi nella sua presenza sacramentale e attingendo alla forza del suo sacrificio di salvezza per la redenzione del mondo. La realtà del sacrificio Eucaristico è sempre stata al cuore della fede cattolica; messa in discussione nel sedicesimo secolo, essa venne solennemente riaffermata al Concilio di Trento, nel contesto della nostra giustificazione in Cristo. Qui in Inghilterra, come sappiamo, molti difesero strenuamente la Messa, sovente a caro prezzo, dando vita a quella devozione alla Santissima Eucaristia che è stata una caratteristica del cattolicesimo in queste terre.

Il sacrificio Eucaristico del Corpo e Sangue di Cristo comprende a sua volta il mistero della passione di nostro Signore che continua nei membri del suo Corpo mistico, la Chiesa in ogni epoca. Il grande crocifisso che qui ci sovrasta, ci ricorda che Cristo, nostro eterno sommo sacerdote, unisce quotidianamente i nostri sacrifici, le nostre sofferenze, i nostri bisogni, speranze e aspirazioni agli infiniti meriti del suo sacrificio.

Per lui, con lui ed in lui noi eleviamo i nostri corpi come un sacrificio santo e gradito a Dio (cfr Rm 12,1). In questo senso siamo presi nella sua eterna oblazione, completando, come afferma san Paolo, nella nostra carne ciò che manca alle sofferenze di Cristo a favore del suo corpo, che è la Chiesa (cfr Col 1,24). Nella vita della Chiesa, nelle sue prove e tribolazioni, Cristo continua, secondo l’incisiva espressione di Pascal, ad essere in agonia fino alla fine del mondo (Pensées, 553, éd. Brunschvicg).

Vediamo rappresentato nella forma più eloquente questo aspetto del mistero del prezioso sangue di Cristo dai martiri di ogni tempo, che hanno bevuto al calice da cui Cristo stesso ha bevuto, ed il cui sangue, sparso in unione al suo sacrificio, dà nuova vita alla Chiesa. Ciò è anche riflesso nei nostri fratelli e sorelle nel mondo, che ancora oggi soffrono discriminazioni e persecuzioni per la loro fede cristiana. Ma è anche presente, spesso nascosto nelle sofferenze di tutti quei singoli cristiani che quotidianamente uniscono i loro sacrifici a quelli del Signore per la santificazione della Chiesa e la redenzione del mondo. Il mio pensiero va in modo particolare a tutti quelli che sono spiritualmente uniti a questa celebrazione Eucaristica, in particolare i malati, gli anziani, gli handicappati e coloro che soffrono nella mente e nello spirito.

Qui penso anche alle immense sofferenze causate dall’abuso dei bambini, specialmente nella Chiesa e da parte dei suoi ministri. Esprimo soprattutto il mio profondo dolore alle vittime innocenti di questi inqualificabili crimini, insieme con la speranza che il potere della grazia di Cristo, il suo sacrificio di riconciliazione, porterà profonda guarigione e pace alle loro vite. Riconosco anche, con voi, la vergogna e l’umiliazione che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati; vi invito a offrirle al Signore con la fiducia che questo castigo contribuirà alla guarigione delle vittime, alla purificazione della Chiesa ed al rinnovamento del suo secolare compito di formazione e cura dei giovani. Esprimo la mia gratitudine per gli sforzi fatti per affrontare questo problema responsabilmente, e chiedo a tutti voi di mostrare la vostra sollecitudine per le vittime e la solidarietà verso i vostri sacerdoti.

Cari amici, ritorniamo alla contemplazione del grande crocifisso che troneggia sopra noi. Le mani di nostro Signore, stese sulla Croce, ci invitano a contemplare anche la nostra partecipazione al suo eterno sacerdozio e la responsabilità che abbiamo, in quanto membra del suo corpo, di portare al mondo in cui viviamo il potere riconciliante del suo sacrificio. Il Concilio Vaticano II parlò in maniera eloquente dell’indispensabile ruolo del laicato di portare avanti la missione della Chiesa, attraverso lo sforzo di servire da fermento del Vangelo nella società, lavorando per l’avanzamento del Regno di Dio nel mondo (cfr Lumen gentium, 31; Apostolicam actuositatem, 7).

Il richiamo del Concilio ai fedeli laici ad assumere il loro impegno battesimale partecipando alla missione di Cristo richiama le intuizioni e gli insegnamenti di John Henry Newman. Possano le profonde idee di questo grande Inglese continuare ad ispirare tutti i seguaci di Cristo in questa terra a conformare a lui ogni loro pensiero, parola ed azione e a lavorare strenuamente per difendere quelle immutabili verità morali che, riprese, illuminate e confermate dal Vangelo, stanno alla base di una società veramente umana, giusta e libera.

Quanto ha bisogno la società contemporanea di questa testimonianza! Quanto abbiamo bisogno, nella Chiesa e nella società, di testimoni della bellezza della santità, testimoni dello splendore della verità, testimoni della gioia e libertà che nascono da una relazione viva con Cristo! Una delle più grandi sfide che oggi dobbiamo affrontare è come parlare in maniera convincente della sapienza e del potere liberante della parola di Dio ad un mondo che troppo spesso vede il Vangelo come un limite alla libertà umana, invece che come verità che libera le nostre menti e illumina i nostri sforzi per vivere in modo saggio e buono, sia come individui che come membri della società.

Preghiamo quindi affinché i cattolici di questa terra diventino sempre più consapevoli della loro dignità di popolo sacerdotale, chiamato a consacrare il mondo a Dio mediante una vita di fede e di santità. E possa questa crescita di zelo apostolico essere accompagnata da un aumento di preghiera per le vocazioni al sacerdozio ministeriale. Più si sviluppa l’apostolato dei laici, più urgente viene sentito il bisogno di sacerdoti, e più il laicato approfondisce la consapevolezza della propria specifica vocazione, più si rende evidente ciò che è proprio del sacerdote. Possano molti giovani di questa terra trovare la forza di rispondere alla chiamata del Maestro al sacerdozio ministeriale, offrendo le loro vite, le loro energie e i loro talenti a Dio, edificando così il suo popolo nell’unità e nella fedeltà al Vangelo, specialmente attraverso la celebrazione del sacrificio Eucaristico.

Cari amici, in questa Cattedrale del Preziosissimo Sangue vi invito ancora una volta a guardare a Cristo, autore e perfezionatore della nostra fede (cfr Eb 12,2). Vi chiedo di unirvi ancor più pienamente al Signore, partecipando al suo sacrificio sulla Croce ed offrendogli questo "culto spirituale" (cfr Rm 12,1) che abbraccia ogni aspetto della nostra vita e si esprime nell’impegno di contribuire all’avvento del suo Regno. Prego affinché, così facendo, possiate unirvi alle schiere di credenti della lunga storia cristiana di questa terra nel costruire una società veramente degna dell’uomo, degna delle più nobili tradizioni della vostra nazione.

 

 

 

17 settembre 2010

IL SECONDO GIORNO

Il Papa: religione protagonista

del dibattito pubblico

18.00 - Il discorso nella Westminster Hall. "Se i principi morali che sostengono il processo democratico non si fondano, a loro volta, su nient'altro di più solido che sul consenso sociale, allora la fragilità del processo si mostra in tutta la sua evidenza". E' uno dei passaggi del momento forse più istituzionale tra i tanti vissuti oggi dal Papa nel suo secondo giorno di visita in Gran Bretagna. Parlando nella Westminster Hall, cuore istituzionale del Regno Unito, alla società civile e al mondo culturale e imprenditoriale britannici, il Pontefice ha espresso la sua "preoccupazione di fronte alla crescente marginalizzazione della religione, in particolare del Cristianesimo, che sta prendendo piede in alcuni ambienti, anche in nazioni che attribuiscono alla tolleranza un grande valore".

17.00 - L'incontro con il primate anglicano. In un mondo "a rischio di frammentazione", la collaborazione ecumenica "rimane essenziale" e "porterà sicuramente frutti nel promuovere la

pace e l'armonia". Lo ha detto il Papa incontrando questo pomeriggio l'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, primate della Chiesa anglicana. Benedetto XVI non ha nascosto le "difficoltà che il cammino ecumenico ha incontrato e continua a incontrare". Ma ha sottolineato che, da una parte, il sempre maggiore distacco dell'attuale cultura dalle sue "radici cristiane", dall'altra "la crescente dimensione multiculturale della società" e "l'incontro con le altre religioni", aprono "per noi cristiani" la "possibilità di esplorare, assieme ai membri di altre tradizioni religiose, delle vie per rendere testimonianza della dimensione trascendentale della persona umana e dellachiamata universale alla santità".

13.00 - L'incontro con i rappresentanti delle altre fedi. La "collaborazione" e il "dialogo fra religioni" richiedono "il rispetto reciproco, la libertà di praticare la propria religione e di compiere atti di culto pubblico, come pure la libertà di seguire la propria coscienza senza soffrire ostracismo o persecuzione, anche dopo la conversione da una religione a un'altra". È il richiamo pronunciato da Benedetto XVI, con particolare riferimento a "situazioni in alcune parti del mondo", nell'incontro di stamane con i leader di altre religioni al St Mary's University College di Londra.

11.00 - L'incontro con gli educatori cattolici. Il compito dell'insegnante "non è solo quello di impartire informazioni o di provvedere a una preparazione tecnica per portare benefici alla società", "l'educazione non è e non deve essere mai considerata come puramente utilitaristica". È quanto ha ricordato Benedetto XVI agli educatori cattolici, alla presenza del ministro britannico dell'Istruzione Michael Gove, visitando stamane il St Mary's University College, nel quartiere londinese di Twinckenham. All'incontro di stamane col mondo delle scuole cattoliche partecipano anche quattromila studenti giunti da tutta la Gran Bretagna.

 

2010-09-17

16 settembre 2010

IL VIAGGIO IN GRAN BRETAGNA

"La società senza fede

è una giungla autodistruttiva"

18 - La Messa a Glasgow. Benedetto XVI è arrivato a Glasgow, seconda città della Scozia, dove almeno 100 mila fedeli affollano da ore il Bellahouston Park, dove il Pontefice ha celebrato la Messa. Nell'omelia ha puntato l'attenzione sulla "società odierna, minacciata dalla "dittatura del relativismo"" e che "necessita di voci chiare, che propongano il nostro diritto a vivere non in una giungla di libertà auto-distruttive ed arbitrarie, ma in una società che lavora per il vero benessere dei suoi cittadini, offrendo loro guida e protezione di fronte alle loro debolezze e fragilità". Contrapposta alla "dittatura del relativismo" c'è "la religione, una garanzia di autentica libertà e rispetto, che ci porta a guardare ogni persona come un fratello o una sorella". È per questo motivo che Benedetto XVI ha fatto appello ai "fedeli laici" affinché non solo possano essere "esempio pubblico di fede", ma sappiano anche farsi "avvocati nella sfera pubblica della promozione della sapienza e della visione del mondo che derivano dalla fede". Infine il Pontefice ha voluto rivolgere una raccomandazione ai "giovani cattolici di Scozia": "vi sono molte tentazioni che dovete affrontare ogni giorno – droga, denaro, sesso, pornografia, alcool – che secondo il mondo vi daranno felicità, mentre in realtà si tratta di cose distruttive, che creano divisione. C'è una sola cosa che permane: l'amore personale di Gesù Cristo per ciascuno di voi. Cercatelo, conoscetelo ed amatelo, ed egli vi renderà liberi dalla schiavitù dell'esistenza seducente ma superficiale frequentemente proposta dalla società di oggi".

13.40 - Il pranzo con il cardinale. Il Papa è arrivato nella residenza arcivescovile di Edimburgo. Prima di entrare per il pranzo privato con il cardinale Keith O' Brien, Benedetto XVI ha voluto salutare prersonalmente la folla che da ore era in attesa all'esterno.

13.10 - In Papamobile per le vie di Edimburgo. Il Papa è salito sulla Papamobile che lo ha portato per le strade di Edimburgo, dove una folla straripate è accorsa a salutarlo. Benedetto XVI indossa una sciarpa scozzese sopra l'abito bianco.

12.40 - I discorsi ufficiali. È durato circa mezz'ora l'incontro privato tra Benedetto XVI e la Regina Elisabetta II, nel Palazzo Reale di Edimburgo. Papa e sovrana hanno poi raggiunto l'esterno della residenza per lo scambio dei discorsi. Dando il benvenuto al Papa, la Regina ha sottolineato la necessità di una "maggiore fiducia reciproca" tra le fedi. Elisabetta ha osservato che "molto è cambiato" dai tempi della visita di Papa Giovanni Paolo II in Gran Bretagna nel 1982 e ha reso omaggio al ruolo della Chiesa Cattolica nel settore dell'istruzione e nella lotta alla povertà. "La Santa Sede continua ad avere un ruolo importante nel temi di diritto internazionale in appoggio alla pace e nella soluzione di problemi come la povertà e il cambiamento climatico". Dal canto suo Benedetto XVI ha ricordato come "la Gran Bretagna e i suoi capi si opposero a una tirannia nazista che aveva in animo di sradicare Dio dalla società e negava a molti la nostra comune umanità. Mentre riflettiamo sui moniti dell'estremismo ateo del XX Secolo – ha aggiunto il Pontefice –, non possiamo mai dimenticare come l'esclusione di Dio, della religione e della virtù dalla vita pubblica conduce in ultima analisi a una visione monca dell'uomo e della società, e pertanto ha "una visione riduttiva della persona e del suo destino"", ha aggiunto Ratzinger citando la sua enciclica Caritas in veritate.

12.10 - L'arrivo a Holyrood palace. Il Papa è stato accolto dalla regina Elisabetta II. Dopo la stretta di mano tra la la sovrana e il pontefice, sono stati suonati i rispettivi inni nazionali. Ad accoglierlo nella residenza ufficiale della Regina in Scozia ci sono anche il vice primo ministro Nick Clegg, l'arcivescovo di Canterbury e il primo ministro scozzese Alex Salmond.

11.20 - L'atterraggio a Edimburgo. Durante il viaggio , il Papa ha parlato ai giornalisti toccando vari argomenti tra cui la vicenda degli abusi sessuali a opera di preti. "L'autorità della Chiesa non è stata vigilante, né sufficientemente veloce e decisa nel prendere le misure necessarie", ha detto il Pontefice, esprimendo per questo "grande tristezza". Ad accogliere Bendetto XVI ai piedi della scaletta dell'aereo c'è il principe Filippo, consorte della Regina Elisabetta, e il cardinale Keith Michael Patrick O'Brien, arcivescovo del capoluogo scozzese.

8,30 - Benedetto XVI partito per la Gran Bretagna. L'aereo dell'Alitalia è decollato dall'aeroporto di Ciampino alle 8.25 diretto a Edinburgo. Il rientro a Roma del pontefice è in programma per domenica sera a Ciampino.

 

Quasi trent’anni dopo il viaggio di Giovanni Paolo II, la Gran Bretagna accoglie oggi Benedetto XVI, per una visita di quattro giorni che ha almeno altrettanti nuclei focali. Oltre alla beatificazione del cardinale John Henry Newman, che costituisce, infatti, il motivo specifico del viaggio, ci sono i colloqui ecumenici con la Chiesa anglicana, il tema della secolarizzazione in Europa e gli incontri con la Regina (che già oggi saluterà il Papa al suo arrivo) con il premier David Cameron e il leader dell’opposizione a tenere banco in un programma davvero fitto di impegni.

Il filo conduttore dei diversi momenti sarà comunque il tema di questo 17° viaggio internazionale di papa Ratzinger. "Cor ad cor loquitur" (il cuore parla al cuore), ispirato al motto cardinalizio di Newman. Anche perché attraverso la figura e l’esempio del grande pensatore inglese il Papa si ripromette di parlare sia ai fedeli (anglicani e cattolici), sia alle autorità, sia infine ad una società che molti media descrivono come ampiamente secolarizzata, anche se proprio ieri da Westminster si è levata l’autorevole voce del primate cattolico della Gran Bretagna, l’arcivescovo Vincent Gerard Nichols, il quale ha sottolineato: "Forse questo è vero per le istituzioni, ma la vita della gente è molto aperta alla realtà di Dio e ci sono numerosissime espressioni di religiosità. In questo Paese non è assente una sensibilità alle cose di Dio".

Dunque, le premesse per una visita di segno positivo ci sono tutte. Da oggi a domenica il Pontefice visiterà quattro città (Edimburgo, Glasgow, Londra e Birmingham) e secondo quanto annunciato pronuncerà sedici discorsi, incontrando in pratica tutte le componenti della società britannica.

Particolarmente intenso il programma odierno. Benedetto XVI partirà dall’aeroporto di Ciampino poco dopo le 8 e giungerà intorno alle 10,30 allo scalo internazionale di Edimburgo, dove avrà luogo l’accoglienza ufficiale. Quindi raggiungerà il palazzo reale di Holyroodhouse per la cerimonia di benvenuto, presente Elisabetta II. Nel parco del palazzo reale papa Ratzinger pronuncerà il primo discorso ufficiale e nel pomeriggio si trasferirà a Glasgow per presiedere la Messa nel Bellahouston Park. Le prime tappe in Scozia non sono casuali, poiché oggi ricorre la festa di san Ninian, patrono ed evangelizzatore della Scozia. Dopo la celebrazione, quindi, nuovamente in aereo il Papa raggiungerà Londra.

Domani, invece, la visita vivrà sia il suo momento di confronto con il mondo della cultura (a Westminster Hall), sia quello ecumenico con la visita al primate anglicano Rowan Williams (a Lambeth Palace) e la celebrazione a Westminster Abbey. Sabato sono in programma l’incontro con il premier Cameron e la veglia di preghiera di Hyde Park. Domenica, infine, nel Cofton Park di Birmingham, la beatificazione di Newman. (Mimmo Muolo)

 

 

 

 

16 settembre 2010

PALAZZO REALE DI HOLYROODHOUSE

Fede, forza potente per il Regno Unito

Maestà,

grazie per il Suo gentile invito a compiere una visita ufficiale al Regno Unito e per le Sue cordiali parole di saluto, a nome del popolo britannico Nel ringraziare Vostra Maestà, mi permetta di estendere i miei saluti a tutto il popolo del Regno Unito e porgere con amicizia la mano a ciascuno.

È un grande piacere per me iniziare il mio viaggio salutando i Membri della Famiglia Reale, ringraziando in particolare Sua Altezza Reale il Duca di Edimburgo per il suo gentile benvenuto datomi all’aeroporto di Edimburgo. Esprimo la mia gratitudine all’attuale e ai precedenti governi di Vostra Maestà ed a quanti hanno collaborato con essi al fine di rendere possibile questa occasione, fra cui Lord Patten e il precedente Segretario di Stato Murphy. Vorrei pure prender atto con profondo apprezzamento del lavoro svolto dal "All-Parliamentary Group on the Holy See", che ha grandemente contribuito al rafforzamento delle relazioni amichevoli che esistono fra la Santa Sede e il Regno Unito.

Nel dare inizio alla visita al Regno Unito nella storica Capitale della Scozia, saluto in maniera speciale il Primo Ministro Salmond ed i rappresentanti del Parlamento scozzese. Come le Assemblee del Galles e dell’Irlanda del Nord, possa anche il Parlamento scozzese crescere nel suo essere espressione delle nobili tradizioni e della distinta cultura degli scozzesi ed adoperarsi per servire i loro interessi migliori in spirito di solidarietà e di premura nei confronti del bene comune.

Il nome di Holyroodhouse, residenza ufficiale di Vostra Maestà in Scozia, evoca la "Santa Croce" e fa volgere lo sguardo alle profonde radici cristiane che sono tuttora presenti in ogni strato della vita britannica. I monarchi d’Inghilterra e Scozia erano cristiani sin dai primissimi tempi ed includono straordinari Santi come Edoardo il Confessore e Margherita di Scozia. Come Le è noto, molti di loro hanno esercitato coscienziosamente i loro doveri sovrani alla luce del Vangelo, modellando in tal modo la nazione nel bene al livello più profondo. Ne risultò che il messaggio cristiano è diventato parte integrale della lingua, del pensiero e della cultura dei popoli di queste isole per più di un millennio. Il rispetto dei vostri antenati per la verità e la giustizia, per la clemenza e la carità giungono a voi da una fede che rimane una forza potente per il bene nel vostro regno, con grande beneficio parimenti di cristiani e non cristiani.

Troviamo molti esempi di questa forza per il bene lungo tutta la lunga storia della Gran Bretagna. Anche in tempi relativamente recenti, attraverso figure come William Wilberforce e David Livingstone, la Gran Bretagna è direttamente intervenuta per fermare la tratta internazionale degli schiavi. Ispirate dalla fede, donne come Florence Nightingale servirono i poveri e i malati, ponendo nuovi standard nell’assistenza sanitaria che successivamente vennero copiati ovunque. John Henry Newman, la cui beatificazione celebrerò fra breve, fu uno dei molti cristiani britannici della propria epoca la cui bontà, eloquenza ed azione furono un onore per i propri concittadini e concittadine. Questi e molti altri come loro furono mossi da una fede profonda, nata e cresciuta in queste isole.

Pure nella nostra epoca possiamo ricordare come la Gran Bretagna e i suoi capi si opposero ad una tirannia nazista che aveva in animo di sradicare Dio dalla società e negava a molti la nostra comune umanità, specialmente gli ebrei, che venivano considerati non degni di vivere. Desidero, inoltre, ricordare l’atteggiamento del regime verso pastori cristiani e verso religiosi che proclamarono la verità nell’amore; si opposero ai nazisti e pagarono con la propria vita la loro opposizione. Mentre riflettiamo sui moniti dell’estremismo ateo del ventesimo secolo, non possiamo mai dimenticare come l’esclusione di Dio, della religione e della virtù dalla vita pubblica conduce in ultima analisi ad una visione monca dell’uomo e della società, e pertanto a "una visione riduttiva della persona e del suo destino" (Caritas in veritate, 29).

Sessantacinque anni orsono la Gran Bretagna giocò un ruolo essenziale nel forgiarsi del consenso internazionale del dopo-guerra, il che favorì la fondazione delle Nazioni Unite e diede inizio ad un periodo di pace e di prosperità in Europa, sino a quel momento sconosciuto. Negli anni più recenti la comunità internazionale ha seguito da vicino gli eventi nell’Irlanda del Nord, i quali hanno condotto alla firma dell’Accordo del Venerdì Santo ed alla devoluzione di poteri all’Assemblea dell’Irlanda del Nord. Il governo di Vostra Maestà e quello dell’Irlanda, unitamente ai leader politici, religiosi e civili dell’Irlanda del Nord, hanno sostenuto la nascita di una risoluzione pacifica del conflitto locale. Incoraggio quanti sono coinvolti a continuare a camminare coraggiosamente insieme sulla via tracciata verso una pace giusta e duratura.

Il governo e il popolo sono coloro che forgiano le idee che hanno tutt’oggi un impatto ben al di là delle Isole britanniche. Ciò impone loro un dovere particolare di agire con saggezza per il bene comune. Allo stesso modo, poiché le loro opinioni raggiungono un così vasto uditorio, i media britannici hanno una responsabilità più grave di altri ed una opportunità più ampia per promuovere la pace delle nazioni, lo sviluppo integrale dei popoli e la diffusione di autentici diritti umani. Possano tutti i britannici continuare a vivere dei valori dell’onestà, del rispetto e dell’equilibrio che hanno guadagnato loro la stima e l’ammirazione di molti.

Oggi il Regno Unito si sforza di essere una società moderna e multiculturale. In questo compito stimolante, possa mantenere sempre il rispetto per quei valori tradizionali e per quelle espressioni culturali che forme più aggressive di secolarismo non stimano più, né tollerano più. Non si lasci oscurare il fondamento cristiano che sta alla base delle sue libertà; e possa quel patrimonio, che ha sempre servito bene la nazione, plasmare costantemente l’esempio del Suo governo e del Suo popolo nei confronti dei due miliardi di membri del Commonwealth, come pure della grande famiglia di nazioni anglofone in tutto il mondo.

Dio benedica Vostra Maestà e tutte le persone del Vostro Reame. Grazie.

 

 

 

 

 

16 settembre 2010

L’attesa di Londra, le grandi domande

Perché tutti possano sentire

Ogni viaggio del Papa è una storia a sé. Nel senso che ogni pretesa "graduatoria" – in complessità, problematicità, difficoltà – finisce sempre col perdere di significato di fronte all’unicità di ciascun appuntamento. Altrettanto certamente, tuttavia, quello che Benedetto XVI inizia oggi nel Regno Unito condensa, come pochi altri, una serie di motivi di interesse tale da meritargli un’attenzione del tutto particolare. E farne uno degli eventi più attesi. Non solo da un punto di vista religioso, e non solo per il Regno Unito e l’Europa.

Ci sono, in primo luogo, la questione dei rapporti tra cattolicesimo e anglicanesimo e quella, comune alle due confessioni, della loro relazione con una società dove la secolarizzazione sembra galoppare, ma in cui nello stesso tempo avanza una nuova domanda religiosa, che chiede spazio e presenza. Ed è proprio questo secondo aspetto, fatto di molta curiosità, forse, ma anche di un genuino interesse per il confronto diretto col Papa, che domina questa britannica (e non solo) vigilia di attesa. Lasciati da parte i più rumorosi che numerosi contestatori, ci si concentra sul pensiero di Ratzinger, e su come il Papa lo declinerà nei prossimi giorni.

In questo senso, la stessa identificazione del viaggio – "Per la beatificazione del cardinale John Henry Newman", nella dicitura ufficiale – dice molto. Perché Newman, pensatore modernissimo (tanto da essere definito "Padre assente" del Concilio Vaticano II), ponte tra la tradizione anglicana d’origine e quella cattolica, fu il primo a porsi la questione del rapporto tra la religione e una società in rapidissima mutazione. E non è un caso se tutte le denominazioni cristiane hanno sottoscritto un documento unitario in cui auspicano che l’arrivo del Papa "dia più coraggio alla testimonianza comune".

Newman, tra l’altro, oggi è davvero visto come un simbolo di unità tra Roma e la Chiesa d’Inghilterra. I cui rapporti ecumenici, nonostante i notevoli problemi sul tappeto – ordinazione e consacrazione episcopale delle donne e di uomini che vivono apertamente in relazioni omosessuali – restano saldi. In questo, decisivo è stato il contributo che un anno fa Benedetto XVI ha dato con il motu proprio Anglicanorum Coetibus, per l’accoglienza nella Chiesa cattolica di vescovi, preti e comunità anglicani in dissenso con la propria confessione proprio rispetto a quei temi. Lungi da considerarlo un atto "ostile", il testo è stato visto invece come un riconoscimento della validità della tradizione anglicana. E, più concretamente, ha probabilmente salvato l’Arcivescovo di Canterbury dal rischio di uno scisma interno alla Comunione.

A dare infine un ulteriore motivo di interesse a questa visita c’è la questione dei rapporti tra la Santa Sede e il Regno Unito. Un rapporto antichissimo, con oltre cinque secoli di storia diplomatica, rimasto costantemente intenso, ma che s’è ulteriormente approfondito proprio sotto Benedetto XVI, il quale per quattro volte in cinque anni ha ricevuto in Vaticano l’inquilino del numero 10 di Downing Street. Un record assoluto. Un riconoscimento reciproco del ruolo giocato da entrambi sul piano internazionale e in particolare, da parte britannica, dell’importanza fondamentale della dimensione "globale" della Santa Sede.

Il che, alla fine, si traduce in un’attenzione non solo formale verso le posizioni, pur non sempre condivise, di una Chiesa cattolica alla quale si riconosce pubblicamente di non parlare mai per piccoli o grandi tornaconti. Anche per questo, oggi, a Londra, ci si aspetta dalle parole del Papa un orientamento sui grandi temi dello sviluppo, del dialogo, e soprattutto dell’etica finanziaria. Consapevoli, qui forse più che altrove, che da questa crisi mondiale non se ne esce senza regole nuove, e che non può essere la stessa economia ad auto-dettarsele. Per ascoltare cosa il Papa ha da dire in proposito – alla politica, alla cultura, all’imprenditoria – gli hanno messo a disposizione la Westminster Hall. Il loro pulpito più importante, la loro stessa storia. Perché tutti possano sentire. Non solo nel Regno Unito, ma ovunque nel mondo.

Salvatore Mazza

 

 

 

16 settembre 2010

INTERVISTA

Campbell: "L’eredità cristiana è ancora forte"

Un Paese "diverso" da quello del 1982, ma dove "l’eredità cristiana è ancora molto forte". Secolarizzato, forse in modo più evidente che altrove, ma in cui i cattolici crescono e "il 70% della popolazione si dice cristiano". Ancora, un Paese legato alla Santa Sede da secoli di relazioni diplomatiche e che riconosce il Vaticano per la sua "dimensione globale" come "interlocutore privilegiato" su molte questioni di stringente importanza. È Francis Campbell, ambasciatore britannico presso la Santa Sede, a inquadrare così il viaggio del Papa nel Regno Unito. Sottolineandone l’importanza, a partire dal fatto che "la Regina, inviando una formale lettera di invito, ha voluto riservare al Papa l’onore più alto, di rendere la sua visita una visita di Stato".

Com’è cambiato il Regno Unito nei quasi trent’anni che separano la visita di Giovanni Paolo II e questa di Benedetto XVI?

Molte cose sono cambiate, ma molte sono rimaste le stesse. In tanti affermano che la visita di Giovanni Paolo II fu molto diversa, e per certi versi è vero: quella del 1982 avvenne in un momento molto difficile a causa della guerra nelle Falkland e anche per la situazione nell’Irlanda del Nord, che si rifletteva, inevitabilmente, sulla situazione religiosa. Da questo punto di vista il Paese che oggi Benedetto XVI visita è diverso da allora, ma l’eredità cristiana è ancora molto forte. Rispetto all’82 è cresciuto il numero dei cattolici, che oggi sono sei milioni, un milione in più di trent’anni fa, concentrati per lo più nelle aree urbane. Provengono dall’Africa, dall’Est Europa, dall’Asia, dall’America Latina e in qualche modo hanno ridisegnato il volto delle diocesi cattoliche.

Ancora rispetto all’82: molti sostengono che oggi il Regno Unito sia un Paese estremamente secolarizzato. È così?

Credo che occorra essere molto cauti a questo proposito, perché la Regina è il Capo dello Stato, ma è anche il Supremo Capo della Chiesa d’Inghilterra e come viene misurata la religiosità o il secolarismo di un Paese è cosa molto complessa. Da una parte la percentuale di persone che va in chiesa ogni settimana è bassa, ma da un’altra, nell’ultimo censimento, oltre il 70% della popolazione si è definita cristiana. Oltre a ciò, quasi il 25% dei bambini britannici frequenta scuole religiose, la maggior parte cattoliche e anglicane, che sono interamente sostenute finanziariamente dallo Stato. Perciò, quando si parla di questo presunto secolarismo bisogna aver presente l’intero quadro della situazione, e non solo una parte.

Eppure è stato dato molto rilievo alle contestazioni annunciate in occasione di questa visita...

È vero, ci sono alcune proteste. Ma a chi, qualche giorno fa, mi diceva che al tempo del viaggio di Giovanni Paolo II non ce ne furono, ho ricordato che anche nel 1982 ci fu chi protestò. Da questo punto di vista, nulla di nuovo: quel che è nuovo è da dove provengono le contestazioni. Oggi le proteste vengono soprattutto da gruppi secolaristi che hanno una diversa visione rispetto al magistero cattolico.

Per la prima volta un viaggio del Papa viene definito "visita di Stato". Perché?

Per due ragioni. La principale è perché la Regina ha scritto al Papa e lo ha invitato formalmente a compiere una visita di Stato nel Regno Unito. La Regina lo ha fatto non solo per le lunghe, ricche, storiche relazioni tra la Corona ed il Papato, ma anche perché lei è sempre stata accolta calorosamente in Vaticano. Per la prima volta è stata in visita a Pio XII nel 1951. Come Regina ha compiuto una visita ufficiale in Vaticano nel 1961 e di nuovo nel 1980. La sua visita più recente è stata nel 2000 quando è stata ricevuta da Giovanni Paolo II. Oltre a ciò, i membri della famiglia reale sono stati accolti calorosamente in Vaticano in questi decenni. E le relazioni diplomatiche della Corona con la Santa Sede sono le più antiche relazioni diplomatiche del Paese. Il primo ambasciatore della Corona inglese arrivò a Roma nel 1479.

La seconda ragione?

È il livello di interesse dimostrato dal governo. Negli ultimi sei anni abbiamo avuto cinque visite del primo ministro in Vaticano: credo possa essere considerato un record. Oggi le nostre relazioni diplomatiche sono soprattutto multilaterali attorno a questioni come cambiamento climatico, sviluppo internazionale, disarmo, soluzione e prevenzioni dei conflitti, dialogo interreligioso. Quindi, per tornare alla domanda, perché una visita di Stato? La Regina, inviando una formale lettera di invito, ha voluto riservare al Papa l’onore più alto, di rendere la sua una visita di Stato.

È per questo che nel programma, altra novità senza precedenti, è stata inserita una "cena di lavoro"?

Esattamente. Sarà presso Lancaster House, con 148 persone divise in dodici tavoli rotondi per favorire la discussione. Non ci sarà naturalmente il Papa, ma la delegazione del Vaticano sarà guidata dal cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e includerà anche gli arcivescovi Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, e Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati. Per il Regno Unito questo momento è molto importante, perché la Santa Sede per noi non è un piccolo Stato nel cuore di Roma, ma ha una dimensione globale, e per il Regno Unito significa anche avere un dialogo sullo sviluppo internazionale, sulla globalizzazione, sull’etica del mercato finanziario. Questo non vuol dire che si sia sempre d’accordo, ma questa discussione, questa collaborazione, è sempre molto importante.

Salvatore Mazza

 

 

 

CORRIERE della SERA

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http://www.corriere.it

2010-09-18

Restano in carcere i sei nordafricani arrestati dall'antiterrorismo

Il Papa si commuove : i bambini abusati

accostati ai martiri della Chiesa

Londra, l'omelia nella cattedrale di Westminster gremita. In mattinata l'incontro con Cameron

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Gian Guido Vecchi (clicca e leggi i messaggi)

# Benedetto XVI e le vittime di abusi hanno pregato insieme 10 minutes ago

La celebrazione nella cattedrale (Reuters)

La celebrazione nella cattedrale (Reuters)

MILANO - Le "immense sofferenze" causate dai preti pedofili alle loro vittime fanno parte delle "prove e tribolazioni" che ci sono "nella vita della Chiesa" tra cui quelle dei "martiri di ogni tempo". Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia della messa nella cattedrale di Westminster, a Londra, nella terza giornata della sua visita in Gran Bretagna. Parlando delle "prove e tribolazioni" nella vita della Chiesa, tra cui quelle dei "martiri di ogni tempo" e dei "nostri fratelli e sorelle nel mondo, che ancora oggi soffrono discriminazione e persecuzioni per la loro fede cristiana", il Papa ha detto di pensare "anche alle immense sofferenze causate dall'abuso dei bambini, specialmente nella Chiesa e da parte dei suoi ministri".

LA COMMOZIONE DEL PONTEFICE - "Esprimo soprattutto il mio profondo dolore alle vittime innocenti di questi inqualificabili crimini - ha continuato -, insieme con la speranza che il potere della grazia di Cristo, il suo sacrificio di riconciliazione, porterà profonda guarigione e pace alle loro vite". "Riconosco anche, con voi - ha aggiunto -, la vergogna e l'umiliazione che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati; vi invito a offrirle al Signore con la fiducia che questo castigo contribuirà alla guarigione delle vittime, alla purificazione della Chiesa ed al rinnovamento del suo secolare compito di formazione e cura dei giovani". "Esprimo la mia gratitudine - ha concluso - per gli sforzi fatti per affrontare questo problema responsabilmente, e chiedo a tutti voi di mostrare la vostra sollecitudine per le vittime e la solidarietà verso i vostri sacerdoti". La Santa Sede ha poi emesso un comunicato al termine dell'incontro: "Il Santo Padre si è commosso ascoltando le storie delle vittime e ha espresso profondo dolore e vergogna per le sofferenze loro e delle vittime".

APPELLO AI LAICI - Benedetto XVI ha poi fatto appello all'"indispensabile ruolo" dei laici cattolici nel "portare avanti la missione della Chiesa" attraverso "lo sforzo di servire da fermento del Vangelo nella società", ricordando il richiamo del Concilio ai "fedeli laici". "Quanto ha bisogno la società contemporanea di questa testimonianza! - ha sottolineato Ratzinger - Quanto abbiamo bisogno, nella Chiesa e nella società, di testimoni della bellezza della santità, testimoni dello splendore della verità, testimoni della gioia e libertà che nascono da una relazione viva con Cristo!". Secondo il Pontefice, "una delle più grandi sfide che oggi dobbiamo affrontare è come parlare in maniera convincente della sapienza e del potere liberante della parola di Dio ad un mondo che troppo spesso vede il Vangelo come un limite alla libertà umana, invece che come verità che libera le nostre menti e illumina i nostri sforzi per vivere in modo saggio e buono, sia come individui che come membri della società".

Il papa saluta i giovani sul sagrato (Ansa)

Il papa saluta i giovani sul sagrato (Ansa)

CATTEDRALE GREMITA - La messa è iniziata alle 10 (le 11 italiane) nella cattedrale cattolica di Westminster, gremita di fedeli; presente alla celebrazione il primate anglicano Rowan Williams. Diverse migliaia di persone, soprattutto giovani, non hanno trovato posto all'interno e hanno assistito al rito attraverso i maxischermi posti all'esterno. Il Papa è arrivato puntuale in auto coperta (come era previsto dal programma), senza che si notassero particolari misure di sicurezza oltre al normale servizio già predisposto. Al termine della messa nella Cattedrale di Westminster, a Londra, Benedetto XVI è uscito sul sagrato per salutare i giovani. Il Papa è stato calorosamente applaudito, sia dai fedeli nella cattedrale mentre attraversava la navata, sia dalle migliaia di ragazzi sul sagrato. Nel pomeriggio il Papa visiterà una casa di riposo per anziani e presiederà, alle 19.15 (18.15 ora locale), una veglia di preghiera per il cardinale John Henry Newman, che domenica beatificherà a Birmingham. Nel pomeriggio, intanto, si svolgerà per le strade di Londra "Protest the Pope", un corteo di protesta per la prima visita di Stato di un Pontefice nel Regno Unito. Benedetto XVI viene accusato sui temi dei diritti gay, del preservativo e della pedofilia.

GLI INCONTRI POLITICI - La giornata è iniziata con gli incontri politici: sabato mattina il Papa ha ricevuto il premier britannico David Cameron stamane nel palazzo arcivescovile di Londra. Il primo ministro britannico ieri non ha partecipato all’incontro di Ratzinger con i politici e gli intellettuali, nella Westminster Hall, perché al tempo stesso aveva luogo il funerale del padre, morto in questi giorni. Dopo Cameron, il Papa ha ricevuto il vicepremier Nick Clegg e la responsabile attuale del partito laburista Harrie Harman. Ieri aveva salutato invece i loro predecessori al termine del discorso alla Westminster Hall dove lo avevano applaudito insieme Margaret Thatcher, John Major e Tony Blair.

GLI ARRESTATI - Restano intanto in carcere gli uomini arrestati venerdì a Londra dall'antiterrorismo britannico, in relazione a una potenziale minaccia a Papa Benedetto XVI. I sei, tutti netturbini, erano stati arrestati ieri e portati in un commissariato del centro della capitale per essere interrogati. Gli uomini, nordafricani e non cittadini britannici (tranne forse uno), lavoravano per la Veolia Environment Service, un servizio privato di nettezza urbana. Fonti dell'anti-terrorismo hanno indicato al Guardian che l'MI5, i servizi di intelligence, stanno indagando sul loro passato. Il portavoce Vaticano, padre Federico Lombardi, ha però gettato acqua sul fuoco: "Ho letto grandi titoli sui giornali, ma ad essere onesto il programma e l’atteggiamento del Papa non è assolutamente cambiato", ha detto il gesuita nel corso di un briefing con i giornalisti a Londra. "Siamo grati alla polizia per le misure di prevenzione. Le informazioni chi ci hanno dato non sono di grande preoccupazione. Non ci risultano elementi concreti o una reale preoccupazione. Consiglio di non dare troppo peso all’episodio. Per noi non è camnbiato niente".

LA BEATIFICAZIONE DEL CARD. NEWMAN - Gli arresti hanno coinciso con importanti appuntamenti del Papa a Londra: il deposito della Veolia a Chiltern Street dove l'anti-terrorismo ha condotto il raid è a poco più di un chilometro da Hyde Park, dove oggi Benedetto XVI pregherà con centomila persone in vista della beatificazione del Cardinale John Henry Newman. Cinque dei sei arrestati (quelli finiti in manette ieri all'alba) stavano per prendere servizio nell'area di Westminster, dove il Papa si sarebbe recato nel pomeriggio. Scotland Yard ha perquisito una decina di abitazioni nella periferia nord e est della capitale e il deposito della Veolia a Marleybone ma non ha trovato mappe o armi o altri elementi che potessero far pensare a un attentato imminente. "Conversazioni" ascoltate tra gli arrestati, assieme al loro luogo di lavoro (Westminster) e alla ristrettezza dei tempi hanno spinto la polizia ad agire con rapidità. E tuttavia la tempistica rischia di esporre Scotland Yard a pesanti critiche se si dovesse capire alla fine che i sei sono innocenti.

Redazione online

18 settembre 2010

 

 

Benedetto XVI è stato informato: il programma non cambia

Il Papa a Londra, 6 arresti:

"Volevano uccidere il Pontefice"

Cinque sono algerini, islamisti, fermati "perché sospettati di commissione, preparazione ad atti di terrorismo"

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Cinque sono algerini, islamisti, fermati "perché sospettati di commissione, preparazione ad atti di terrorismo"

MILANO - La polizia antiterrorismo londinese, in massima allerta per la visita di Papa Benedetto XVI nella capitale britannica - ha arrestato venerdì sei uomini con l'accusa che stavano preparando un attentato. Cinque - operatori ecologici al lavoro nella zona centrale di Londra vicino al parlamento, dove il Pontefice doveva parlare nel pomeriggio - sono stati arrestati prima dell'alba, mentre un sesto è stato fermato nel pomeriggio in una casa nel nord della città. La Bbc ha riferito che gli uomini rappresentavano una "possibile minaccia per il Papa", ma la polizia si è rifiutata di confermare o negare la notizia, mentre il Vaticano ha precisato che il viaggio proseguirà come programmato e che il Santo padre è tranquillo. Oltre ad effettuare gli arresti, la polizia ha perquisito due uffici nel centro di Londra e otto case nella zona nord ed est della città, ma non ha trovato materiale pericoloso. I primi cinque uomini, di età compresa tra 26 e 50 anni, sono stati arrestati stamani alle 5:45 di mattino (6:45 italiane), sul "sospetto che stessero commissionando, preparando o istigando atti di terrorismo", secondo una nota della polizia.

IL PAPA - Nella sua visita in Gran Bretagna, il Papa si sposta a bordo di una macchina antiproiettile costruita su misura e circondata da funzionari della sicurezza. Di norma, i viaggi papali fuori dal Vaticano sono protetti dalla forze di polizia del Paese ospitante più un piccolo contingente di circa una dozzina di uomini della sicurezza della Santa sede. L'ultimo attentato in Gran Bretagna risale al luglio 2005, quando quattro giovani islamici radicali di nazionalità britannica provocarono 52 morti e il ferimento di altre centinaia, negli attacchi suicidi contro tre treni della metropolitana e su un autobus. Il Vaticano è stato informato degli arresti mentre il Papa stava arrivando ad un'università cattolica nella zona sudorientale di Londra. "Abbiamo piena fiducia nella polizia e non ci saranno cambiamenti di programma", ha detto padre Federico Lombardi, aggiungendo che il Pontefice è tranquillo e non vede l'ora di proseguire la visita. All'università, Benedetto XVI ha ricordato ai cattolici - scossi dalla scandalo sugli abusi sessuali su minori che ha travolto la chiesa - che la priorità è fornire un ambiente sicuro per i bambini. Nella prima protesta da quando è iniziata la sua delicata visita in Gran Bretagna, diverse centinaia di persone hanno accolto il corteo papale fischiando e urlando "Papa dimettiti" e "vergogna", con cartelli con le scritte "Ipocrisia e bugie" e "Pedofili cattolici coperti". Lo scandalo che ha colpito la Chiesa deriva da una serie di episodi di abusi su minori, nella maggioranza dei casi risalenti a decenni fa, e dal fatto che i presunti preti pedofili siano stati spostati da una parrocchia all'altra senza essere sospesi dall'esercizio dell'ufficio sacerdotale.

DIALOGO - In mattinata, Benedetto XVI ha incontrato i leader di altre religioni al St. Mary's University College di Londra. La "collaborazione" e il "dialogo fra religioni", ha affermato il pontefice, richiedono "il rispetto reciproco, la libertà di praticare la propria religione e di compiere atti di culto pubblico, come pure la libertà di seguire la propria coscienza senza soffrire ostracismo o persecuzione, anche dopo la conversione da una religione a un'altra". Il Papa ha posto speciale enfasi sull'importanza del dialogo e della collaborazione con i seguaci di altre religioni". "E perché sia fruttuoso - ha aggiunto -, occorre reciprocità da parte di tutte le componenti in dialogo e da parte dei seguaci delle altre religioni".

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DAME INGLESI - Poi, lasciando per un attimo il tono formale del discorso ufficiale al mondo della scuola, il Santo Padre ha anche confidato un particolare della sua biografia. "Io stesso da giovane - ha detto - sono stato educato dalle "Dame Inglesi" e devo loro un profondo debito di gratitudine". Per il Pontefice, "il contenuto dell'insegnamento dovrebbe essere sempre in conformità con la dottrina della Chiesa". Ma, ha tenuto ad aggiungere, "la vita di fede può essere effettivamente coltivata solo quando l'atmosfera prevalente è di una fiducia rispettosa e affettuosa" e dunque, ha concluso, "confido che questo possa continuare ad essere un segno distintivo delle scuole cattoliche in questo Paese".

 

BENEDETTI GLI IMPIANTI DEI GIOCHI - Attraversando sulla "papamobile" il campus del St Mary's University College di Londra, Benedetto XVI ha anche visitato gli impianti sportivi dell'Università, che hanno ottenuto la qualifica di "Campo di addestramento" per le Olimpiadi di Londra del 2012 e che sono già stati scelti dalla squadra del Sudafrica come propria base nel periodo dei Giochi. Qui Benedetto XVI ha anche espresso gratitudine agli organismi promossi dalla Chiesa inglese per lottare contro il fenomeno degli abusi sessuali sui minori. Si tratta di laici che "il cui impegno - ha detto - è quello di garantire che le nostre scuole assicurino un ambiente sicuro per i bambini e i giovani". Il Papa ha rivolto loro oggi "una particolare parola di apprezzamento" al termine del discorso al mondo della scuola. "La nostra responsabilità verso coloro che ci sono affidati per la loro formazione cristiana non richiede - ha scandito - nulla di meno".

ANGLICANI - Nel pomeriggio il Papa ha tenuto un discorso al Lambeth Palace, che può essere considerato "il Vaticano della Comunione Anglicana". "La Chiesa è chiamata a essere inclusiva, ma mai a scapito della verità cristiana" ha affermato il Papa. Anglicani e cattolici, secondo Papa Ratzinger, hanno davanti lo stesso contesto culturale "sempre più distante dalle sue radici cristiane, nonostante una profonda e diffusa fame di nutrimento spirituale". "La collaborazione ecumenica - ha sottolineato il Pontefice - rimane essenziale, e porterà sicuramente frutti nel promuovere la pace e l'armonia in un mondo che così spesso sembra a rischio di frammentazione".

GOVERNI SALVINO PAESI POVERI - A poca distanza dalla City, nella Westminster Hall, il Papa esorta i governi di tutto il mondo - che hanno salvato "istituzioni finanziarie ritenute troppo grandi per fallire" - ad usare pari solerzia per aiutare i paesi in via di sviluppo. Poi il papa ha continuato: "Vi sono alcuni che sostengono che la voce della religione andrebbe messa a tacere, o tutt'al più relegata alla sfera puramente privata. Vi sono alcuni che sostengono che la celebrazione pubblica di festività come il Natale andrebbe scoraggiata, secondo la discutibile convinzione che essa potrebbe in qualche modo offendere coloro che appartengono ad altre religioni o a nessuna. E vi sono altri ancora che, paradossalmente con lo scopo di eliminare le discriminazioni, ritengono che i cristiani che rivestono cariche pubbliche dovrebbero, in determinati casi, agire contro la propria coscienza".

Redazione online

17 settembre 2010(ultima modifica: 18 settembre 2010)

 

 

 

 

2010-09-17

Benedetto XVI è stato informato: il programma non cambia

Il Papa a Londra, 5 algerini arrestati: "Volevano uccidere il Pontefice"

Gli islamisti arrestati "perché sospettati di commissione, preparazione o istigazione ad atti di terrorismo"

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Il Papa nella cappella del St Mary's University College (Reuters)

Il Papa nella cappella del St Mary's University College (Reuters)

MILANO - L'anti-terrorismo britannico ha arrestato a Londra cinque persone di origine algerina che volevano uccidere il Papa. I cinque secondo il quotidiano Daily Telegraph sono tutti estremisti islamici. La polizia ha spiegato che si sospetta che i cinque fermati - rispettivamente di 26, 27, 36, 40 e 50 anni - stessero preparando un attentato contro Benedetto XVI. Perquisizioni sono in corso in un ufficio nel centro della capitale e in alcune abitazioni nelle parti nord ed est della città. Scotland Yard ha riferito che i cinque sono stati fermati "perché sospettati di commissione, preparazione o istigazione ad atti di terrorismo". La Bbc ha riferito che i cinque sono stati bloccati alle 5.45 del mattino e che in questo momento sono sotto interrogatorio. Il blitz sarebbe scattato dopo una soffiata alla polizia. L'itinerario della visita del Papa e il dispositivo di sicurezza predisposto non hanno subito variazioni. Benedetto XVI è stato informato degli arresti ed è tranquillo riferiscono fonti vaticane. "Siamo pienamente fiduciosi nella polizia, non è necessario cambiare il programma" ha detto il portavoce vaticano, Padre Federico Lombardi.

DIALOGO - In mattinata, Benedetto XVI ha incontrato i leader di altre religioni al St. Mary's University College di Londra. La "collaborazione" e il "dialogo fra religioni", ha affermato il pontefice, richiedono "il rispetto reciproco, la libertà di praticare la propria religione e di compiere atti di culto pubblico, come pure la libertà di seguire la propria coscienza senza soffrire ostracismo o persecuzione, anche dopo la conversione da una religione a un'altra". Il Papa ha posto speciale enfasi sull'importanza del dialogo e della collaborazione con i seguaci di altre religioni". "E perché sia fruttuoso - ha aggiunto -, occorre reciprocità da parte di tutte le componenti in dialogo e da parte dei seguaci delle altre religioni". Benedetto XVI ha poi voluto ricordare ai religiosi che insegnano nelle scuole cattoliche inglesi di non deviare dai dettami del magistero. "La presenza dei religiosi nelle scuole cattoliche è un forte richiamo all’ampiamente discusso carattere cattolico, che è necessario per me in ogni aspetto della vita scolastica". Poi, lasciando per un attimo il tono formale del discorso ufficiale al mondo della scuola, il Santo Padre ha anche confidato un particolare della sua biografia. "Io stesso da giovane - ha detto - sono stato educato dalle "Dame Inglesi" e devo loro un profondo debito di gratitudine". Per il Pontefice, "il contenuto dell'insegnamento dovrebbe essere sempre in conformità con la dottrina della Chiesa". Ma, ha tenuto ad aggiungere, "la vita di fede può essere effettivamente coltivata solo quando l'atmosfera prevalente è di una fiducia rispettosa e affettuosa" e dunque, ha concluso, "confido che questo possa continuare ad essere un segno distintivo delle scuole cattoliche in questo Paese".

BENEDETTI GLI IMPIANTI DEI GIOCHI - Attraversando sulla "papamobile" il campus del St Mary's University College di Londra, Benedetto XVI ha anche visitato gli impianti sportivi dell'Università, che hanno ottenuto la qualifica di "Campo di addestramento" per le Olimpiadi di Londra del 2012 e che sono già stati scelti dalla squadra del Sudafrica come propria base nel periodo dei Giochi.

"GRAZIE AI LACI" - Al St Mary's University College, Benedetto XVI ha anche espresso gratitudine agli organismi promossi dalla Chiesa inglese per lottare contro il fenomeno degli abusi sessuali sui minori. Si tratta di laici che "il cui impegno - ha detto - è quello di garantire che le nostre scuole assicurino un ambiente sicuro per i bambini e i giovani". Il Papa ha rivolto loro oggi "una particolare parola di apprezzamento" al termine del discorso al mondo della scuola. "La nostra responsabilità verso coloro che ci sono affidati per la loro formazione cristiana non richiede - ha scandito - nulla di meno".

Redazione online

17 settembre 2010

 

 

 

 

 

PRIMO GIORNO DI VISITA del papa IN INGHILTERRA

Benedetto XVI prega con 65 mila fedeli

A Glasgow l'invito ai vescovi alla "responsabilità verso i cattolici della Scozia". A Edimburgo l'incontro con la regina Elisabetta: "Fiducia reciproca tra le fedi".

PRIMO GIORNO DI VISITA del papa IN INGHILTERRA

Benedetto XVI prega con 65 mila fedeli

A Glasgow l'invito ai vescovi alla "responsabilità verso i cattolici della Scozia". A Edimburgo l'incontro con la regina Elisabetta: "Fiducia reciproca tra le fedi".

Benedetto XVI (Imagoeconomica)

Benedetto XVI (Imagoeconomica)

EDIMBURGO - "L'autorità della Chiesa non è stata sufficientemente vigilante, nè sufficientemente veloce e decisa nel prendere le misure necessarie". È stato un mea culpa forte e accorato quello che Benedetto XVI ha fatto con i giornalisti sull'aereo (leggi l'intervista con Gin Guido Vecchi) con che lo portava a Edimburgo, prima tappa del viaggio cui seguono Glasgow, Londra e Birmingham.

LE COLPE DELLA CHIESA -"È difficile da capire come questa perversione del ministero sacerdotale sia stata possibile", ha confessato il papa che non si è limitato a riconosce le colpe dei singoli. "Dobbiamo realizzare un tempo di penitenza e di umiltà e dobbiamo rinnovare e reimparare una assoluta sincerità". Il Pontefice affronta ancora i temi dello scandalo pedofilia, che da mesi mina alla base la stessa credibilità della Chiesa e che è anche tra i motivi di polemica per i contestatori a questa "visita di Stato" in terra d'Albione. Benedetto XVI non si è limitato all'autocritica. Su come la Chiesa debba riconquistare la fiducia perduta, il Pontefice ha detto che "la priorità sono le vittime", da aiutare "a superare il trauma, a ritrovare la vita", anche con "aiuti psicologici e spirituali". E rispetto alle "persone colpevoli", Benedetto XVI ha invocato la "giusta pena" e "l'allontanamento da ogni possibilità di accesso ai giovani".

I CATTOLICI DI SCOZIA - Con una messa celebrata davanti a 65mila fedeli, Benedetto XVI ha terminato nel Bellahouston Park di Glasgow la sua prima giornata di visita in Gran Bretagna. "Cari sacerdoti della Scozia, servite il popolo di Dio modellando le vostre vite sul mistero della croce del Signore". Con queste parole il Santo Padre si è rivolto ai rappresentanti della Chiesa i Inghilterra. "Predicate il Vangelo con un cuore puro ed una coscienza retta. Monaci, religiose e religiosi di Scozia siate come una luce posta sulla sommità del colle, vivendo una autentica vita cristiana di preghiera ed azione che testimoni, in modo luminoso la forza del Vangelo". Benedetto XVI ha incoraggiato i vescovi a non rinunciare "alla responsabilità pastorale verso i cattolici della Scozia". "Siate - ha scandito - dei padri e delle guide sul cammino della santità". Durante l'omelia ai fedeli il Papa è tornato a parlare dei pericoli insiti nella modernità che porta a "escludere i valori religiosi dal discorso pubblico", insistendo sul monito contro la minaccia di "aggressive forme di secolarismo".

IL DISCORSO A EDIMBURGO - Tema su cui si era pronunciato anche durante il discorso pronunciato a Hollyrood Palace, la residenza ufficiale della Regina Elisabetta in Scozia. Durante l'incontro con Elisabetta II, a Edimburgo, Benedetto XVI ha presentato una Chiesa pronta a difendere i fondamenti cristiani delle scelte politiche e civili, all'insegna delle "responsabilità comuni" tra politica e religione su tanti temi. E senza, per questo, "entrare in concorrenza" con la comunione anglicana, con la quale la Chiesa cattolica ha pure lo stesso compito, la stessa direzione da prendere: non lavorare per se stesse, ma essere entrambe strumento di Cristo".

 

FIDUCIA RECIPROCA - Dal canto suo, nel discorso di benvenuto al Papa, la regina ha sottolineato la necessità di una "maggiore fiducia reciproca" tra le fedi. Elisabetta ha osservato che "molto è cambiato" dai tempi della visita di Papa Giovanni Paolo II in Gran Bretagna nel 1982 e ha reso omaggio al ruolo della Chiesa cattolica nel settore dell'istruzione e nella lotta alla povertà. "La Santa Sede continua ad avere un ruolo importante nel temi di diritto internazionale in appoggio alla pace e nella soluzione di problemi come la povertà e il cambiamento climatico", ha detto la regina augurando a Benedetto XVI "a nome del popolo della Gran Bretagna" "la visita più fruttuosa e memorabile" nel Regno Unito.

Viaggio a Edimburgo Viaggio a Edimburgo Viaggio a Edimburgo Viaggio a Edimburgo Viaggio a Edimburgo Viaggio a Edimburgo Viaggio a Edimburgo Viaggio a Edimburgo

IL MESSAGGIO - Quello del pontefice è un viaggio molto atteso dalla popolazione britannica, per diversi motivi. Da un lato ci sono i sei milioni di cattolici che per la prima volta avranno l'occasione di vedere la propria guida spirituale. Dall'altro, saranno pronti a sfilare per le vie di Londra fino al numero 10 di Downing Street (la residenza del primo ministro) i cosiddetti "Pope Protesters". Sin dal suo annuncio, oltre sei mesi fa, la visita è stata infatti accompagnata da aspre polemiche: in primo luogo per gli altissimi costi per il contribuente britannico dell'apparato di sicurezza necessario per la protezione del Santo Padre; ma poi anche per gli abusi sui minori da parte di esponenti del clero.

LA CONTESTAZIONE - Il tema della pedofilia, comunque, potrebbe tornare a percorrere questo viaggio papale. Si parla di un possibile incontro di papa Ratzinger con alcune vittime di abusi. Le sue dichiarazioni di oggi, però, non hanno accontentato l'organizzazione Usa di quanti hanno subito abusi (Snap, Survivors Network of those Abused by Priest), secondo cui le parole del Papa "fanno male ma non aiutano": una portavoce, Joelle Casteix, ha detto che la Chiesa è stata invece "veloce e decisa non nel prevenire, ma nel celare questi orrori".

Redazione online

16 settembre 2010

 

 

Sul volo che ha portato il pontefice in Gran Bretagna

Il Papa : "Sui preti pedofili la Chiesa

non ha vigilato abbastanza"

"Queste rivelazioni sono state per me uno choc, sono una grande tristezza. Siamo in penitenza e umiltà"

Sul volo che ha portato il pontefice in Gran Bretagna

Il Papa : "Sui preti pedofili la Chiesa

non ha vigilato abbastanza"

"Queste rivelazioni sono state per me uno choc, sono una grande tristezza. Siamo in penitenza e umiltà"

dal nostro inviato Gian Guido Vecchi

Il Papa con il cardinale Bertone e padre Lombardi a bordo dell'aereo che l'ha portato in Gran Bretagna (Ansa)

Il Papa con il cardinale Bertone e padre Lombardi a bordo dell'aereo che l'ha portato in Gran Bretagna (Ansa)

DAL VOLO PAPALE – Volo Az 4000, si parte da Ciampino e a mezz’ora dal decollo Benedetto XVI raggiunge in fondo all’aereo i settanta giornalisti da tutto il mondo che lo seguono nel viaggio. Ha l’aria riposata e tranquilla, le polemiche che hanno preceduto i quattro giorni nel Regno Unito, spiega, non lo preoccupano, parla della fede e della "grande tradizione di tolleranza e rispetto" del Regno Unito. Né si sottrae alle polemiche che hanno preceduto la partenza, a cominciare dallo scandalo pedofilia nel clero: "choc" e "tristezza": "Una grande tristezza anche che la autorità della Chiesa non fosse sufficientemente vigilante e non sufficientemente veloce". Padre Federico Lombardi ha raccolto e riassunto le domande dei media e le rivolge al pontefice.

Durante la preparazione di questo viaggio vi sono state discussioni e posizioni contrarie. Nella tradizione passata del Paese vi sono state forti posizioni anticattoliche. Lei è preoccupato di come sarà accolto?

"Devo dire che non sono preoccupato perché quando sono stato in Francia è stato detto che era quello il Paese più anticlericale, con forte correnti anticlericali e con un numero minimo di fedeli. E quando sono andato nella Repubblica Ceca è stato detto che quello sarebbe il Paese più antireligioso d’Europa e anche anticlericale. Così tutti i Paesi occidentali secondo la propria storia, hanno molte correnti anticlericali e anticattoliche ma hanno anche sempre una presenza forte di fede. In Francia e nella Repubblica Ceca ho visto e vissuto una calorosa accoglienza da parte della comunità cattolica; una forte attenzione da parte di agnostici che tuttavia sono in ricerca, vogliono conoscere e trovare i valori che portano avanti l’umanità, e sono stati molto attenti se potrebbero sentire da me qualcosa anche in questo senso; e la tolleranza e il rispetto di quanti sono anticattolici. La Gran Bretagna ha una sua propria storia di anticattolicesimo, questo è ovvio, ma è anche un Paese con una sua storia di tolleranza. Io sono sicuro che da una parte ci sarà un’accoglienza positiva dai cattolici e in generale dai credenti, attenzione da quanti cercano come andare avanti in questo nostro tempo; e dall’altra rispetto e tolleranza reciproca dove c’è anticattolicesimo. Vado avanti con grande coraggio e con gioia".

Il Regno Unito è considerato un Paese secolarizzato, c’è un forte movimento di ateismo, tuttavia ci sono segni che la fede religiosa, specie cristiana, è ancora viva. Come renderla anche più credibile e attrattiva?

"Direi che una Chiesa che cerca soprattutto di essere attrattiva sarebbe già su una strada sbagliata. Perché la Chiesa non lavora per sé, non lavora per aumentare i propri numeri o il proprio potere. La Chiesa è al servizio di un Altro e serve non per sé, per essere un corpo forte, ma per rendere accessibile l’annuncio di Gesù Cristo, le grandi verità, la grandi forza di amore e di riconciliazione che è apparsa in questa figura e che viene sempre dalla presenza di Gesù Cristo. In questo senso la Chiesa non cerca la propria attrattività, ma deve essere trasparente per Gesù Cristo. E nella misura nella quale non sta per se stessa, come corpo forte e potente nel mondo, ma si fa semplicemente voce di un altro, diventa realmente trasparenza per la grande figura di Cristo e le grandi verità che ha portato nell’umanità, la forza dell’amore. La Chiesa non dovrebbe considerare se stessa ma aiutare a considerare l’Altro, e essa stessa vedere e parlare di un Altro. In questo senso mi sembra anche che anglicani e cattolici abbiano lo stesso compito, la stessa direzione da prendere, se anglicani e cattolici vedono ambedue che non servono per se stessi ma sono strumenti per Cristo, se ambedue seguono la priorità di Cristo e non di se stessi, procedono insieme: perché la priorità di Cristo li accomuna e non sono più concorrenti, una situazione in cui ognuno cerca il maggiore numero, ma sono congiunti nell’impegno per la verità di Cristo in questo mondo, e così si trovano anche reciprocamente in un vero e profondo ecumenismo".

Come è noto lo scandalo degli abusi sessuali ha scosso la fiducia dei fedeli nella Chiesa, come pensa di poter contribuire a ristabilirla?

"Innanzitutto devo dire che queste rivelazioni sono state per me uno choc, sono una grande tristezza. È difficile capire come questa perversione del ministero sacerdotale sia possibile. Il sacerdote nel momento dell’ordinazione, preparato per anni a questo momento dice sì a Cristo, accetta di farsi la sua voce, la sua bocca, la sua mano e servire con tutta l’esistenza perché il Buon pastore che ama, aiuta e guida alla verità sia presente nel mondo. Come un uomo che ha fatto e detto questo possa poi cadere in questa perversione è difficile capire, è una grande tristezza, una grande tristezza anche che la autorità della Chiesa non fosse sufficientemente vigilante e non sufficientemente veloce, decisa nel prendere le misure necessarie. Per tutto questo siamo in un momento di penitenza, di umiltà, di rinnovata sincerità, come ho scritto ai vescovi irlandesi. Mi sembra che adesso dobbiamo realizzare proprio un tempo di penitenza, un tempo di umiltà e rinnovare, reimparare l’assoluta sincerità. Quanto alle vittime, direi che tre cose sono importanti. Il primo interesse sono le vittime, come possiamo riparare, che cosa possiamo fare per aiutare queste persone a superare questo trauma, a ritrovare la vita, a ritrovare anche la fiducia nel messaggio di Cristo. L’impegno per le vittime è la prima priorità con aiuti materiali, psicologici e spirituali. Secondo è il problema delle persone colpevoli: ci vuole la giusta pena e bisogna escluderli da ogni possibilità di accesso ai giovani, perché sappiamo che questa è una malattia che la libera volontà non funziona ove c’è questa malattia quindi dobbiamo proteggere queste persone da se stesse, e trovare il modo di aiutarle, ed escluderle da ogni accesso ai giovani. E il terzo punto è la prevenzione e l’educazione nella scelta dei candidati al sacerdozio. Essere così attenti da escludere, secondo le possibilità umane, casi futuri. Vorrei in questo momento ringraziare l’episcopato britannico per la sua attenzione e collaborazione sia con la Sede di San Pietro sia con le istanze pubbliche e l’attenzione per le vittime e per il diritto. L’episcopato britannico ha fatto e fa un grande lavoro, quindi sono molto grato".

Santità, per il cardinale Newman lei fa l’eccezione di presiedere la beatificazione. Pensa che il suo ricordo possa aiutare a superare divisioni tra anglicani e cattolici?

"Newman è soprattutto da una parte un uomo moderno che ha vissuto tutto il problema della modernità, che ha vissuto anche il problema dell’agnosticismo, il problema dell’impossibilità di conoscere Dio, di credere. Un uomo che è stato tutta la sua vita in cammino, per lasciarsi trasformare dalla verità in una ricerca di grande sincerità e di grande disponibilità di conoscere e di trovare e di accettare la strada che dà la vera vita. Questa modernità interiore della sua vita implica la modernità della sua fede. Non è una fede in formule del tempo passato ma una fede personalissima, vissuta e sofferta, trovata in un lungo cammino di rinnovamento e di conversione. È un uomo di grande cultura: nella cultura scettica di oggi possiamo capire qualcosa di certo sulla verità dell’uomo. Un uomo con una grande conoscenza dei Padri della Chiesa, che ha studiato e rinnovato la genesi e il dono della fede. È un uomo di una grande spiritualità di un grande umanesimo, un uomo di preghiera, di una relazione profonda con Dio e perciò anche di una relazione profonda con gli uomini del suo tempo. Direi quindi tre elementi: modernità della sua esistenza con tutti i dubbi e i problemi del nostro essere di oggi; cultura grande, conoscenza dei grandi tesori della cultura dell’umanità e disponibilità di ricerca permanente; e di rinnovamento permanente e spiritualità, di vita spirituale con Dio. Tutte queste cose danno a questo un uomo un eccezionale grandezza nel nostro tempo. È una figura di dottore della Chiesa per noi e per tutti e un ponte tra anglicani e cattolici".

Questa visita ha il rango di visita di Stato. Cosa significa? Ci sono sintonie sulle grandi sfide del mondo attuale?

"Sono molto grato a sua maestà la regina Elisabetta II che voleva dare a questa visita il rango di visita di Stato, che sa esprimere il carattere pubblico questa visita e anche la responsabilità comune della politica e della religione per il futuro del continente e anche per il futuro dell’umanità. C’è una grande e comune responsabilità perché i valori che creano giustizia e politica e che vengono dalla religione siano insieme, in cammino nel nostro tempo. In verità il fatto che giuridicamente sia una visita di Stato non rende la mia visita un fatto politico perché se il Papa è un capo di Stato, questo è solo uno strumento per garantire l’indipendenza del suo annuncio e il carattere pubblico del suo lavoro di pastore. In questo senso anche la visita di Stato rimane sostanzialmente ed essenzialmente una visita pastorale, cioè una visita nella responsabilità della fede. Il centro dell’attenzione di questa visita di Stato è proprio la coincidenza tra l’interesse della politica e della religione. La politica sostanzialmente è creata per garantire giustizia, la giustizia e la libertà, e la giustizia è un valore morale, religioso, e così l’annuncio della fede si collega nel punto giustizia alla politica e qui nascono anche gli interessi comuni. La Gran Bretagna ha una grande esperienza e una grande attività nella lotta contro il male di questo tempo, la miseria, la povertà, le malattie, la droga e tutte queste lotte contro la miserie, le povertà la schiavitù dell’uomo sono anche scopi della fede perché sono scopi dell’umanizzazione dell’uomo perché sia restituito all’immagine di Dio contro le distruzioni e le devastazioni. Il secondo compito comune è l’impegno per la pace nel mondo e la capacità di vivere la pace, l’educazione alla pace. Creare le virtù che vedono l’uomo capace di pace. E finalmente l’elemento essenziale della pace è il dialogo delle religioni, la tolleranza, l’apertura dell’uomo all’altro. C’è uno scopo profondo sia della Bretagna sia della fede cattolica di aprire il cuore, di aprire al dialogo, di aprire così alla verità, al cammino comune dell’umanità e ai valori che sono fondamento del nostro umanesimo".

 

16 settembre 2010

 

 

 

 

 

REPUBBLICA

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2010-09-19

LONDRA

Il Papa da tedesco: "Vergogna per il nazismo"

E scandalo pedofilia "mina credibilità Chiesa"

Nell'ultimo giorno della visita in Gran Bretagna, Ratzinger si rivolge così ai 70mila radunati al Cofton Park di Birmingham per la beatificazione di John Henry Newman. Poi torna sugli abusi dei preti. La polizia rilascia i nordafricani accusati di voler uccidere il Pontefice: non costituivano una minaccia

Il Papa da tedesco: "Vergogna per il nazismo" E scandalo pedofilia "mina credibilità Chiesa" Papa Benedetto XVI

LONDRA - I sei nordafricani arrestati a Londra 1 perché sospettati di voler attentare alla vita del Papa sono stati rilasciati: non rappresentavano "una minaccia fondata". Lo riferisce Bbc online citando fonti di Scotland Yard. I sei, dipendenti di un'impresa di pulizie privata, erano stati arrestati dopo che erano state ascoltate loro conversazioni dalle quali sembrava che stessero preparando un attacco. Scotland Yard non ha voluto confermare informazioni secondo le quali i sei stavano scherzando, aggiungendo invece che era necessario investigare su quella che avrebbe potuto essere "una minaccia reale". Le perquisizioni in otto abitazioni nel nord e nell'est di Londra e in due uffici nel centro non hanno dato esito. In un comunicato, la polizia afferma che "non ci sono cambiamenti nel livello di allarme" per la visita del Papa. L'attuale livello, "serio", indica che si ritiene un attacco "altamente probabile".

AUDIO Il nostro corrispondente Enrico Franceschini 2

SPECIALE MULTIMEDIALE 3

Il Papa a Birmingham. Circondato dalle attenzioni della sicurezza britannica, Benedetto XVI ha concluso oggi la sua visita nel Regno Unito. Dopo la prima giornata in Scozia e le due a Londra, l'ultima tappa è Birmingham. In mattinata il Pontefice è arrivato al Cofton Park in elicottero per la messa di beatificazione del cardinale britannico John Henry Newman, ex sacerdote anglicano convertitosi al cattolicesimo. Ad attenderlo nel parco c'erano 70mila fedeli, più di quanti ne fossero previsti, in una giornata bagnata da una leggera pioggia. Durante il rito, Benedetto XVI ha annunciato che la ricorrenza liturgica del nuovo beato sarà il 9 ottobre, data dell'ingresso di Newman nella Chiesa cattolica, e non, come è consuetudine, quella della morte.

"Grazie Inghilterra". Poi, a sorpresa e prima dell'omelia, Ratzinger si è rivolto ai fedeli "da tedesco" per lodare l'eroica lotta degli inglesi contro il nazismo nel giorno del 70° anniversario della "Battaglia d'Inghilterra". "Per me, che ho vissuto e sofferto lungo i tenebrosi giorni del regime nazista in Germania, è profondamente commovente essere qui con voi in tale occasione, e ricordare quanti dei vostri concittadini hanno sacrificato la propria vita, resistendo coraggiosamente alle forze di quella ideologia maligna. Il mio pensiero va in particolare alla vicina Coventry, che ebbe a soffrire un così pesante bombardamento e una grave perdita di vite umane nel novembre del 1940". "Settant'anni dopo - prosegue il papa tedesco - ricordiamo con vergogna e orrore la spaventosa quantità di morte e distruzione che la guerra porta con sé al suo destarsi. E rinnoviamo il nostro proposito di agire per la pace e la riconciliazione in qualunque luogo in cui sorga la minaccia di conflitti".

Ancora sui pedofili. Il "vergognoso abuso di ragazzi e di giovani da parte di sacerdoti e di religiosi" è un problema che "mina seriamente la credibilità morale dei responsabili della Chiesa". Così Benedetto XVI è tornato sullo scandalo pedofilia. Aggiungendo che "in passato, la questione è stata affrontata in modi spesso inadeguati".

Cameron: "Fede in Inghilterra non è a rischio". Nel pomeriggio, alle 16.45 (le 17.45 italiane), il Papa incontrerà i vescovi di Inghilterra, Galles e Scozia nella cappella del Francis Martin House dell'Oscott College. Quindi, dopo la cerimonia di congedo all'aeroporto di Birmingham, la partenza per Roma-Ciampino, dove l'arrivo è previsto alle 22.30 circa. Prima dell'imbarco, il Pontefice ascolterà il discorso del premier britannico David Cameron, anticipato dal Sunday Times. Secondo il giornale, Cameron è intenzionato a respingere la tesi espressa da Benedetto XVI secondo cui la società britannica rischia di cadere vittima di "aggressive forme di secolarizzazione". "La fede fa parte del tessuto del nostro Paese" è il pensiero del primo ministro, che il Sunday Times ha ricostruito in base a un articolo che Cameron ha scritto per la rivista cattolica The Tablet. Nel discorso di saluto al Papa, Cameron afferma che la fede non è vista come una minaccia in Gran Bretagna ma come "una parte vitale del nostro dialogo nazionale e di questo siamo orgogliosi". Discorso definito dai collaboratori di Cameron come uno dei più importanti da quando il leader conservatore è a Downing Street.

(19 settembre 2010)

 

 

 

 

2010-09-18

VIAGGIO NEL REGNO UNITO

"Chi ha subito abusi ha sofferto come i martiri"

Il Papa commosso davanti a vittime dei pedofili

Nell'omelia a Westminster il Pontefice ha ricordato i cattolici perseguitati dagli anglicani e ha fatto un parallelo con le vittime dei sacerdoti pedofili. Poi ne ha incontrate cinque. Protesta ad Hyde Park di atei, gay e militanti pro-aborto

"Chi ha subito abusi ha sofferto come i martiri" Il Papa commosso davanti a vittime dei pedofili

LONDRA - Le "immense sofferenze" causate dai preti pedofili alle loro vittime fanno parte delle "prove e tribolazioni" che ci sono "nella vita della Chiesa" tra cui quelle dei "martiri di ogni tempo". Lo ha affermato Benedetto XVI nell'omelia della messa celebrata nella cattedrale di Westminster, a Londra, poche ore prima di incontrare un gruppo di persone che in passato hanno subito abusi. Il Papa ha parlato delle vittime della persecuzione anglicana, a partire dal fondatore della chiesa britannica, Enrico VIII, fino a Carlo II Stuart. Ma poi ha tracciato il parallelo con le vittime dei preti pedofili: anche loro hanno sofferto, e anche molto, proprio come i martiri perseguitati perché difendevano il cattolicesimo contro la nuova confessione religiosa voluta dal sovrano britannico che aveva cercato invano di ottenere dal Papa il divorzio dalla prima moglie.

L'incontro con le vittime dei preti pedofili. Nel pomeriggio papa Ratzinger ha incontrato cinque vittime di sacerdoti pedofili. "Il Santo Padre si è commosso ascoltando le storie delle vittime e ha espresso profondo dolore e vergogna per le sofferenze loro e delle loro famiglie", si legge in un comunicato emesso dalla sala stampa della Santa Sede dopo l'incontro privato avvenuto nella Nunziatura apostolica di Londra e durato 30-40 minuti. "Ha pregato con loro - aggiunge la nota - e ha assicurato che la Chiesa Cattolica, mentre continua a mettere in atto misure efficaci per la protezione dei giovani, sta facendo tutto il possibile per verificare le accuse, per collaborare con le autorità civili e per consegnare alla giustizia il clero e i religiosi accusati di questi gravi crimini". "Come in altre occasioni - riferisce ancora la sala stampa vaticana - ha pregato affinché tutte le vittime di abusi possano sperimentare guarigione e riconciliazione e riescano a superare la propria angoscia passata e presente con serenità e nuova speranza per il futuro".

Bill Kilgallon, presidente del National Catholic Safeguarding Commission, la struttura indipendente creata dalla Conferenza episcopale inglese per assicurare la sicurezza dei bambini nelle istituzioni cattoliche e dare seguito alle denunce di abusi, ha riferito che i cinque non hanno dovuto firmare alcuna liberatoria prima dell'incontro, come era stato scritto da alcuni organi di stampa. Alcuni di loro avevano però chiesto che l'incontro avvenisse lontano dai giornalisti. Kilgallon aveva incontrato alcune delle vittime prima che queste andassero dal Papa ma non ha saputo dire cosa sia stato detto durante il colloquio. Ha però aggiunto che alcuni sono andati dal Pontefice ''con la loro rabbia'' per quanto avevano subito, ''e la rabbia è una cosa positiva perché può essere molta costruttiva'' per chi ha subito un trauma come gli abusi.

La giornata del Papa. Benedetto XVI ha iniziato stamane con il colloquio, nel palazzo arcivescovile di Westminster, con il premier britannico David Cameron. Il Pontefice ha in programma anche incontri con il vice primo ministro, il liberale Nick Clegg, e la leader dell'opposizione, la laburista Harriet Harman. L'agenda prevedeva inoltre il saluto a circa 2500 bambini riuniti nella piazza della cattedrale e una preghiera a Hyde Park per la beatificazione del cardinale britannico John Henry Newman.

Proprio ad Hyde Park in mattinata migliaia di persone si sono riunite per protestare contro la visita del Pontefice e gli scandali sulla pedofilia. Atei, gay e pro-abortisti, hanno iniziato partendo da Hyde Park a sfilare per le strade di Londra. Dopo l'allarme e i sei arresti di ieri 1, oggi convalidati, la sicurezza nella capitale britannica è i massimi livelli.

L'omelia a Westminster. Parlando delle "prove e tribolazioni" nella vita della Chiesa, tra cui quelle dei "martiri di ogni tempo" e dei "nostri fratelli e sorelle nel mondo, che ancora oggi soffrono discriminazione e persecuzioni per la loro fede cristiana", il Papa ha detto di pensare "anche alle immense sofferenze causate dall'abuso dei bambini, specialmente nella Chiesa e da parte dei suoi ministri".

"Esprimo soprattutto il mio profondo dolore alle vittime innocenti di questi inqualificabili crimini - ha continuato Benedetto XVI - insieme con la speranza che il potere della grazia di Cristo, il suo sacrificio di riconciliazione, porterà profonda guarigione e pace alle loro vite". E ancora: "Riconosco anche, con voi, la vergogna e l'umiliazione che tutti abbiamo sofferto a causa di questi peccati; vi invito a offrirle al Signore con la fiducia che questo castigo contribuirà alla guarigione delle vittime, alla purificazione della Chiesa ed al rinnovamento del suo secolare compito di formazione e cura dei giovani".

"Esprimo la mia gratitudine - ha concluso Ratzinger - per gli sforzi fatti per affrontare questo problema responsabilmente, e chiedo a tutti voi di mostrare la vostra sollecitudine per le vittime e la solidarietà verso i vostri sacerdoti".

Tra i martiri, Benedetto XVI ha voluto ricordare però ricordare in particolare - nella messa celebrata con i vescovi inglesi nella Cattedrale di Westminster - i cattolici che "in Inghilterra difesero strenuamente la messa, sovente a caro prezzo, dando vita a quella devozione alla Santissima Eucaristia che è stata una caratteristica del cattolicesimo in queste terre".

La storia delle persecuzioni anticattoliche in Inghilterra, Scozia, Galles, parte dal 1535 e arriva al 1681, l'arco temporale che va da Enrico VIII a Carlo II Stuart. Morirono, in 150 anni di persecuzione, migliaia di cattolici inglesi: i primi il 4 maggio e il 15 giugno 1535, furono 19 monaci certosini, impiccati nel tristemente famoso Tyburn di Londra, l'ultima vittima fu l'arcivescovo di Armagh e primate d'Irlanda Oliviero Plunkett, giustiziato a Londra l'11 luglio 1681. Nel 1874 l'arcivescovo di Westminster inviò a Roma un elenco di 360 nomi con le prove per ognuno di loro. A partire dal 1886 iniziarono le canonizzazioni, una quarantina sono stati anche canonizzati da Paolo VI nel 1970, tra i quali dieci gesuiti.

La precisazione di padre Lombardi. Il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, ha successivamente chiarito che il martirio e la sofferenza delle vittime degli abusi "sono temi del tutto pertinenti in una riflessione sul mistero della Croce, ma profondamente distinti". "La messa - ha spiegato - era dedicata al sangue di Cristo e tutte le forme di sofferenza profonda hanno un riferimento a questo. Ma i martiri muoino per la fede e in questo seguono Cristo. Le vittime della pedofilia, che soffrono terribilmente, non soffrono perché testimoniano la fede. Esse tuttavia hanno una partecipazione al sacrificio di Gesù e possono essere invitate a vivere la loro sofferenza nel mistero della Croce". Restando chiaro, però, che "il martirio è altra cosa, essendo stato scelto liberamente".

(18 settembre 2010)

 

 

 

 

Presunto complotto contro il Papa

I sei arrestati restano in carcere

Continua l'interrogatorio dei nordafricani accusati di cospirare per uccidere Benedetto XVI. Ma mancano le prove dell'effettiva preparazione di un attentato. Il portavoce vaticano: "Consiglio di non dare troppo peso all'episodio". Prime critiche su Scotland Yard dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

Presunto complotto contro il Papa I sei arrestati restano in carcere Papa Benedetto XVI

LONDRA - L'interrogatorio dei sei nordafricani arrestati ieri per il sospetto che preparassero un attentato contro Benedetto XVI va avanti. Ma nessuna arma o esplosivo è stato trovato fino a questo momento nelle perquisizioni delle loro abitazioni e la polizia si prepara a ricevere critiche se i sospetti si riveleranno infondati e i sei verranno rilasciati. Dal canto suo, il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, getta acqua sul fuoco: "Ho letto grandi titoli sui giornali, ma ad essere onesto il programma e l'atteggiamento del Papa non è assolutamente cambiato. Siamo grati alla polizia per le misure di prevenzione. Le informazioni chi ci hanno dato non sono di grande preoccupazione. Non ci risultano elementi concreti o una reale preoccupazione. Consiglio di non dare troppo peso all'episodio. Per noi non è cambiato niente".

Fonti di Scotland Yard citate dal quotidiano Guardian di Londra indicano che gli arresti sono stati decisi come misura "precauzionale". Una fonte a conoscenza della vicenda dice che tutto è cominciato con la soffiata di un collega, possibilmente un informatore della polizia, su una conversazione che aveva udito fare ad alcuni degli arrestati. Secondo un altro giornale, il Daily Express, la frase riferita agli agenti dell'antiterrorismo era la seguente: "Daremo un doppio colpo agli infedeli". Il senso era quello di assassinare il Pontefice durante la sua visita a Londra e massacrare centinaia di pellegrini e credenti cristiani venuti ad accoglierlo nelle strade della capitale. La soffiata sarebbe arrivata alla polizia nella giornata di giovedì, con i nomi di cinque persone coinvolte. Un rapido controllo avrebbe verificato che i cinque, tutti impiegati come netturbini da un'impresa di pulizie, si sarebbero trovati a lavorare sabato nella zona di Londra in cui era prevista la presenza di Benedetto XVI. A questo secondo elemento di sospetto se ne è aggiunto un terzo: la difficoltà di valutare la gravità della minaccia in poco tempo. Così, nella notta tra giovedì e venerdì, a Scotland Yard è maturata la decisione di rompere gli indugi e arrestare i cinque sospetti 1.

Il sesto uomo è stato arrestato nel primo pomeriggio di venerdì durante una delle perquisizioni nelle abitazioni dei cinque. E' stato fermato perché, all'arrivo degli agenti, si è comportato "in modo strano". Ma poteva ovviamente avere anche altre preoccupazioni alla vista della polizia, per esempio se non era in regola con il permesso di immigrazione o di lavoro.

Uno degli spazzini che lavorano per la stessa ditta degli arrestati era presente al momento dell'arresto, avvenuto alle 5.45 del mattino, quando tutti i dipendenti vanno al deposito per indossare le uniformi e prendere l'attrezzatura. "Sembravano veramente scioccati, quando li hanno ammanettati e portati via - afferma, chiedendo di mantenere l'anonimato - Non sapevo perché li arrestavano, ma tra noi ci sono un sacco di immigrati e credevo che avesse a che fare con i permessi di lavoro. Non posso credere che si tratti di terrorismo. Quei cinque sono dei burloni, scherzano sempre. Non farebbero una cosa del genere. Io e gli altri abbiamo assistito alla scena con le mani in alto sopra le nostre teste. Abbiamo ripreso il lavoro solo alle 8.30, ma non abbiamo potuto prendere nulla dal deposito perché è stato requisito dagli agenti della scientifica che hanno cominciato a ispezionarlo. Non conosco il nome degli arrestati. Io stesso faccio questo lavoro solo da tre settimane".

Commenta un esperto di anti-terrorismo britannico: "La polizia non aveva scelta. Dato il poco tempo a disposizione, è meglio errare per eccesso di cautela piuttosto che restare a guardare finché un eventuale complotto non entra in azione. Un arresto non significa che qualcuno è colpevole di qualcosa, è un mezzo di investigazione per accertamenti". In base alle nuove leggi anti-terrorismo, introdotte in Gran Bretagna fra vivaci polemiche dopo l'attacco all'America dell'11 settembre 2001 e l'attentato nel metrò di Londra del 7 luglio 2005, i sei arrestati possono essere detenuti senza incriminazione fino a un massimo di 28 giorni.

(18 settembre 2010)

 

 

 

Volevano assassinare il Papa

Sono stati traditi da una soffiata

Poche ore prima, l'allarme del capo del MI5: "Ci saranno nuovi attentati". Nervi tesi anche nell'intelligence francese. La minaccia arriva dall'Africa

di CARLO BONINI

Volevano assassinare il Papa Sono stati traditi da una soffiata Agenti in una delle torri del Parlamento britannico

ROMA - Davvero volevano uccidere Papa Bendetto XVI? E se così fosse, è un "plot" domestico o pianificato oltremare? E dice qualcosa la nazionalità dei fermati (cinque algerini e un sudanese)? Una decina di perquisizioni nei quadranti a nord e ad est di Londra, le pochissime informazioni di dettaglio fatte filtrate da Scotland Yard ("lavorano come netturbini, sono di religione musulmana, e non sono cittadini britannici") delineano un quadro ancora molto confuso in cui una sola circostanza può essere data per certa. L'indagine sui "sei spazzini di Westminster" (ammesso che altri non se ne aggiungano con il passare delle ore) è cominciata nel momento stesso in cui se ne è data notizia al mondo intero. Perché, fino alle 5.45 del mattino di ieri, ora dei primi cinque arresti nel deposito dell'azienda di pulizie stradali Veolia in Chiltern street, nessuno dei fermati era entrato nel cono di attenzione né dell'Antiterrorismo, né del MI5, il controspionaggio di Sua Maestà.

Decisiva - secondo informazioni condivise ieri da Scotland Yard anche con le intelligence alleate collegate - è stata una telefonata nella notte di giovedì con cui una fonte confidenziale del MI5 ha indicato i nomi dei cinque uomini che verranno fermati all'alba di ieri, il luogo in cui li avrebbero trovati, il loro asserito obiettivo. Cruciale la circostanza che i cinque, vestiti delle loro tute da netturbini, avrebbero di lì a qualche ora incrociato le strade di Westminster che Benedetto XVI avrebbe percorso al suo arrivo a Londra. Insomma, la macchina della prevenzione inglese, il suo stato di comprensibile quanto eccitata attenzione (anche in ragione dei costi: oltre un milione di sterline per la sola visita del Papa) non ha ritenuto di dover scommettere. Intanto li si toglie dalla strada e poi si vede, hanno ragionato a Thames house, quartier generale del MI5.

Del resto, in questa operazione di prevenzione ancora tutta da scrivere nei suoi esiti, c'è una seconda circostanza, anche questa pacifica, e forse altrettanto significativa. Giovedì sera, appena poche ore prima che il Servizio britannico raccogliesse la segnalazione confidenziale su Chiltern street, il direttore del MI5, Jonathan Evans, aveva deciso di prendere pubblicamente la parola di fronte alla raccolta platea della "Worshipful company of Security Professional", fondazione che sostiene le famiglie degli operatori della sicurezza, per annunciare l'inevitabile avvicinarsi di un nuovo attacco jihadista sul suolo britannico. "È soltanto questione di tempo - aveva detto Evans - prima di vedere nelle nostre strade il terrorismo ispirato da quanti oggi combattono al fianco di Al Shaab". Il riferimento del direttore del MI5 alla minaccia rappresentata da quella milizia somala nata come marchio in franchising di Al Qaeda nel Corno d'Africa, e nelle cui file militano cittadini inglesi di origine somala tornati a casa per unirsi alla Jihad, era ed è un richiamo diretto alla più aggiornata geografia del terrore, le cui coordinate, oggi, non sono più peraltro patrimonio della sola intelligence inglese, ma anche di quella francese e italiana. Una geografia che individua il cuore della minaccia in un'area che tiene insieme il Maghreb, le regioni saheliane, il Corno d'Africa e lo Yemen. E che ha nella sigla "Aqim" (Al Qaeda nel Maghreb Islamico) dello sceicco Abdelmalek Droukdal il suo collante. Ebbene, se è vero che "Aqim" è ciò che resta del disciolto Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento nato in Algeria agli inizi degli anni '90, e se è vero che "Aqim" è il nemico che si prepara a colpire l'Europa, si capisce allora come, nella valutazione che giovedì notte è stata fatta della minaccia degli "spazzini" di Westminster la loro origine algerina possa a sua volta aver giocato un ruolo cruciale.

Del resto, è altrettanto evidente come la sortita del direttore del MI5, e la decisione di annunciare al mondo nelle ore immediatamente successive un'operazione di prevenzione nel pieno della visita del Papa, segnalino la decisione di uno degli attori più importanti della lotta antiterrorismo in Europa - l'Inghilterra - di alzare la temperatura dell'attenzione pubblica. Mettendosi in scia della Francia. Dove, non più tardi di domenica scorsa, Bernard Squarcini, direttore dell'antiterrorismo francese, aveva con una lunga intervista al Journal de dimanche suonato le campane della massima allerta per il Paese. "La minaccia non è mai stata così alta. Siamo allo stesso livello del 1995", aveva detto. Per poi elencare, in una mappa sovrapponibile a quella del MI5, la casa del nemico jihadista proprio in "Aqim" e nella vicina Africa. Non erano passati neppure quattro giorni da quella intervista e Parigi aveva vissuto la sua notte di terrore, con l'evacuazione di 2 mila persone per un allarme bomba alla torre Eiffel e al metrò di Saint-Michel.

E dunque, Londra 17 settembre. Parigi 14 settembre. Forse solo una coincidenza. O forse no. È un fatto che le due più importanti intelligence in Europa tornino a parlare la lingua della paura.

(18 settembre 2010)

 

 

 

2010-09-17

Londra, cinque persone fermate

"Volevano assassinare il Papa"

L'ombra di un complotto terroristico sulla visita di Benedetto XVI. Gli uomini tra i 25 e i 50 anni sono algerini ed erano tenuti sotto controllo. Il Pontefice è stato informato, ma "è calmo". Il suo programma non dovrebbe subire variazioni

dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

Londra, cinque persone fermate "Volevano assassinare il Papa"

LONDRA - Un complotto terroristico turba la visita di Benedetto XVI in Gran Bretagna. All'alba di questa mattina agenti della squadra antiterrorismo di Scotland Yard hanno arrestato cinque uomini a Londra, (cinque netturbini) con l'accusa di prepare o istigare un attacco contro il Papa. L'arresto è avvenuto alle 5 e 45 del mattino in un negozio o emporio della capitale dove si trovavano i cinque sospettati, che hanno un'età dai 25 ai 50 anni e sono algerini e dovrebbero essere estremisti islamici. Non sarebbero persone già a conoscenza delle forze dell'ordine per precedenti reati o attentati. Secondo fonti anonime della polizia citate dal sito del Daily Telegraph, i complottatori "volevano assassinare" il pontefice.

I cinque sono stati arrestati sulla base di informazioni raccolte dall'antiterrorismo a cui hanno fatto seguito indagini. Erano dunque tenuti sotto osservazione, ma questa mattina Scotland Yard ha ritenuto di non poter attendere oltre e ha ordinato di arrestarli. Non sembra che sul luogo dell'arresto siano state rinvenute armi o esplosivi, ma sono in corso perquisizioni in varie abitazioni nei quartier settentrionali e orientali della capitale e l'inchiesta continua. I cinque sono attualmente in una stazione della polizia, sottoposti a interrogatorio in attesa di essere incriminati. Il complotto, sempre secondo fonti citate dalla televisione, non avrebbe origine al di fuori della Gran Bretagna, ma già in passato, per esempio in occasione dell'attentato nel metrò di Londra del luglio 2005, si era visto che cellule ideologicamente legate ad al Qaeda si erano formate autonomamente nel Regno Unito senza bisogno di ricevere istruzioni dall'esterno.

Dopo gli arresti, Scotland Yard ha riesaminato il programma della visita del Pontefice ma ha deciso che per il momento i suoi appuntamenti possono proseguire come previsto. Anche se è verosimile che i controlli di sicurezza e la sua scorta saranno ulteriormente aumentati. L'operazione per proteggere il Papa era comunque massiccia anche prima della notizia del complotto per attaccarlo. Agli eventi pubblici si entra solo dopo avere pagato un biglietto e la maggior parte dei partecipanti vengono perquisiti. Ci sono ovunque ingenti forze di polizia, in divisa e in borghese. Nelle strade di Londra dove oggi e domani si muoverà il Santo Padre, tutti i residenti hanno ricevuto un avviso per posta che in questi due giorni non potranno nemmeno transitare liberamente per andare a casa, se non saranno in possesso di un documento di identità e di una recente bolletta del telefono, della luce o del gas che dimostri che vivono in quella zona. Una limitazione della libertà individuale che alla vigilia del viaggio sembrava esagerata, ma che ora viene vista in una nuova luce: forse la polizia sapeva che c'erano potenziali rischi per il Papa. Ora bisognerà vedere se ci saranno conseguenze per le dimostrazioni di protesta annunciate per domani mattina quando Benedetto XVI si recherà a Downing street per incontrare il premier David Cameron.

Il Papa è stato subito informato, ma le minacce non sembrano averlo preoccupato: "E' calmo", dice il portavoce padre Lombardi

(17 settembre 2010)

 

 

 

Papa: "Le rivelazioni sugli abusi

sono state per me un grande shock"

Benedetto XVI è arrivato stamane, ed è stato accolto dal principe consorte Filippo di Edimburgo. In aereo, ha parlato con i giornalisti dello scandalo pedofilia, esprimendo "grande tristezza". Con la Regina ha elogiato la Gran Bretagna, "che si oppose al nazismo, negazione dell'umanità"

Papa: "Le rivelazioni sugli abusi sono state per me un grande shock" Il Papa fotografato al momento della partenza per Edimburgo, dall'aeroporto di Ciampino

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* Gb, il Papa incontra la regina Elisabetta

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L'incontro con Elisabetta II

* Il viaggio del Papa in Scozia e Inghilterra

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* Londra accusa Benedetto XVI di non aver rimosso gli "orchi"

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* L'ombra della pedofilia sul viaggio del Papa

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L'ombra della pedofilia sul viaggio del Papa

EDIMBURGO - Le "rivelazioni" sullo scandalo degli abusi "sono state per me uno shock, sono motivo di grande tristezza" perché "è difficile da capire come questa perversione del ministero sacerdotale sia stata possibile". Chi ha sbagliato deve subire "una giusta pena" e va escluso "da ogni possibilità di accesso ai giovani". Lo ha affermato Benedetto XVI rispondendo ai giornalisti sull'aereo che lo ha condotto nel Regno Unito, dove è atterrato poco dopo le 11.

Sulla vicenda dei preti pedofili "l'autorità della Chiesa non è stata sufficientemente vigilante, né sufficientemente veloce e decisa nel prendere le misure necessarie", ha ammesso il Papa. "Ora siamo in un momento di penitenza, di umilità e di sincerità - ha aggiunto - come ho scritto anche ai vescovi dell'Irlanda. Dobbiamo realizzare un tempo di penitenza e di umilità e dobbiamo rinnovare e reimparare una assoluta sincerità". In questa fase "la massima priorità sono le vittime", ha proseguito Ratzinger, che in questi giorni potrebbe avere un incontro con chi ha subito gli abusi, lontano però dalle telecamere. A loro la Chiesa dovrà offrire "aiuti psicologici e spirituali", cercando di capire - ha affermato il Pontefice "come possiamo riparare, che cosa possiamo fare per aiutare queste persone a superare il trauma, a ritrovare la vita, a ritrovare la fiducia nel messaggio di Cristo".

Benedetto XVI visiterà il Regno Unito per quattro giorni. All'atterraggio all'aeroporto di Edimburgo è stato accolto dal principe consorte, Filippo di Edimburgo, che lo ha accompagnato poi alla residenza estiva dei regnanti inglesi, il palazzo di Holyrood, dove è stato ricevuto dalla regina Elisabetta II, insieme al primate anglicano Rowan Williams e al vicepremier Nick Clegg. Il Papa ha portato in dono alla Regina un manoscritto dell'Ottavo Secolo e ha ricevuto in cambio una serie di stampe di Hans Holbein tra cui un disegno del martire cattolico inglese Tommaso Moro. Elisabetta e Filippo hanno portato il Pontefice in visita al palazzo prima di sedersi a colloquio in un salotto.

Nel corso dell'incontro il Papa ha ricordato l'eroica opposizione della Regno Unito al nazismo: "La Gran Bretagna e i suoi capi si opposero ad una tirannia nazista che aveva in animo di sradicare Dio dalla società e negava a molti la nostra comune umanità, specialmente agli ebrei, che venivano considerati non degni di vivere". Lo stesso atteggiamento il regime hitleriano lo assunse, ha ricordato Ratzinger, "verso pastori cristiani e verso religiosi che proclamarono la verità nell'amore; si opposero ai nazisti e pagarono con la propria vita la loro opposizione".

Per il Papa, tale coraggiosa capacità di resistenza al male dovrebbe aiutare oggi la società britannica a non cedere al materialismo: "Mentre riflettiamo sui moniti dell'estremismo ateo del ventesimo secolo, non possiamo mai dimenticare - ha spiegato - come l'esclusione di Dio, della religione e della virtù dalla vita pubblica conduce in ultima analisi a una visione monca dell'uomo e della società, e pertanto a una visione riduttiva della persona e del suo destino".

"La libertà religiosa è alla base della nostra società democratica", ha affermato Elisabetta II nel discorso di saluto al Pontefice, rendendo omaggio all'apporto della Chiesa cattolica nel settore scolastico e nell'assistenza sociale ai più poveri. "Serve - ha però aggiunto - una maggiore fiducia reciproca".

L'annuncio della visita in Gran Bretagna di Benedetto XVI aveva suscitato nei giorni precedenti diverse polemiche, legate proprio allo scandalo pedofilia. Ma il Papa, parlando in aereo con i giornalisti, ha detto che tali polemiche non sono per lui fonte di preoccupazione, come non lo sono le obiezioni di tipo religioso, che vedono gli anglicani contrapposti ai cattolici: ''Non sono preoccupato perché quando sono andato in Francia mi era stato detto che era il Paese più anticlericale, e quando sono andato in Repubblica Ceca, mi avevano avvertito che era la nazione meno religiosa d'Europa. 'Sia in Francia che in Repubblica Ceca ho ricevuto un'accoglienza calorosa da parte della comunità cattolica e grande attenzione da parte degli agnostici, ma anche tolleranza di quanti sono anticattolici''. ''Nel Regno Unito sono sicuro che da un lato l'accoglienza sarà positiva, e che dall'altra ci saranno rispetto e tolleranza reciproci. Io vado avanti con grande coraggio e gioia'', ha aggiunto Benedetto XVI.

(16 settembre 2010)

 

 

 

 

L'UNITA'

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2010-09-17

Papa in Gb: "pedofilia uno shock, chiesa non ha vigilato"

L'Airbus A320 dell'Alitalia con a bordo papa Benedetto XVI è giunto all'aeroporto internazionale di Edimburgo. Dalla città scozzese, il pontefice inizia stamane la sua visita di quattro giorni nel Regno Unito, che lo porterà anche a Glasgow, Londra e Birmingham.

Sulla vicenda dei preti pedofili "l'autorità della Chiesa non è stata sufficientemente vigilante, né sufficientemente veloce e decisa nel prendere le misure necessarie". Lo ha affermato Benedetto XVI, esprimendo per questo "grande tristezza", nel rispondere alle domande dei giornalisti sull'aereo che lo ha condotto nel Regno Unito.

"Ora siamo in un momento di penitenza, di umilità e di sincerità - ha detto il papa - come ho scritto anche ai vescovi dell'Irlanda. Dobbiamo realizzare un tempo di penitenza e di umilità e dobbiamo rinnovare e reimparare una assoluta sincerità".

Le "rivelazioni" sullo scandalo degli abusi "sono state per me uno shock, sono motivo di grande tristezza" perché "é difficile da capire come questa perversione del ministero sacerdotale sia stata possibile". Ha affermato Benedetto XVI.

"Il sacerdote nel momento dell'ordinazione - ha detto il Papa -, preparato da anni a questo momento, promette a Cristo di diventare la sua voce, la sua bocca, la sua mano, e di servire con tutta l'esistenza quel buon pastore che ama, aiuta e guida la verità". "Come un uomo che ha fatto e detto queste cose possa poi cadere in questa perversione - si è chiesto il pontefice - è difficile da capire".

E' un viaggio in un "nobile Paese" quello appena intrapreso da Benedetto XVI verso la Gran Bretagna: così lo ha definito nel telegramma indirizzato, come di consueto durante il volo al presidente della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano. Sorvolando la Francia il Papa ha poi rivolto i suoi saluti anche al presidente francese Nicholas Sarkozy e al popolo francese. Il testo dei messaggio è stato diffuso dalla sala stampa vaticana. "Nel lasciare il suolo italiano per recarmi nel Regno Unito - afferma il pontefice nel telegramma a Napolitano - mi è caro rivolgere a lei signor Presidente il mio deferente saluto e mentre mi accingo ad incontrare Sua Maestà la Regina Elisabetta seconda e le altre autorità, la comunità cattolica come pure i rappresentanti di altre comunità religiose, specialmente quella anglicana, gli esponenti della società civile e la gente di quel nobile paese".

"Invoco la benedizione del Signore sull'intera nazione italiana", ha aggiunto il Papa, e "in particolare sui responsabili della cosa pubblica chiamati a servire il bene comune". La partenza era stata preceduta da qualche polemica, enfatizzata da alcuni media inglesi, sulle parole del card. Walter Kasper, ex presidente del Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani, che aveva definito il Regno Unito, in una intervista ad un settimanale tedesco, un "Paese del terzo mondo" "dove regna un ateismo nuovo e aggressivo".

Inizia oggi uno dei viaggi più attesi e complessi del pontificato di Benedetto XVI, quello che lo porterà per quattro giorni nel Regno Unito, con tappe in Scozia e Inghilterra, secondo Papa a recarsi nel Paese dello scisma di Enrico VIII dopo la visita del 1982 di Giovanni Paolo II. A differenza di quello del suo predecessore, il viaggio di Ratzinger ha il rango di 'visita di Stato', fatta su invito della regina Elisabetta II e del governo britannico. E proprio l'incontro con la regina, nel Palazzo reale di Holyroodhouse, a Edimburgo, sarà il momento centrale di questa prima giornata, subito dopo l'accoglienza all'aeroporto della capitale scozzese che sarà fatta di persona, in via straordinaria, dal principe consorte Filippo di Edimburgo. Nel parco della residenza reale il Pontefice incontrerà poi le autorità pubbliche, cui rivolgerà il discorso inaugurale della visita.

Nel pomeriggio, Benedetto XVI si trasferità a Glasgow, l'altra grande città della Scozia, dove nel Bellahouston Park celebrerà una messa, uno dei tre grandi eventi pubblici della parte "pastorale" del viaggio insieme alla veglia a Hyde Park di sabato sera e alla messa per la beatificazione del cardinale John Henry Newman in programma domenica al Cofton Park di Birmingham. Stasera stessa il Papa volerà a Londra, dove domani e sabato sarà protagonista anche di una serie di incontri ed eventi a livello politico, ecumenico, di rapporti interreligiosi. Uno dei momenti più attesi è il discorso che il Pontefice rivolgerà alla società civile domani pomeriggio nella Westminster Hall, cuore istituzionale del Regno Unito.

16 settembre 2010

 

 

 

 

 

il SOLE 24 ORE

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2010-09-18

Il Papa a Londra incontra Cameron e paragona le vittime dei preti pedofili ai martiri cristiani

Cronologia articolo18 settembre 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2010 alle ore 13:16.

Torna la normalità a Londra dopo la conferma di arresto per sei presunti terroristi (di nazionalità algerina), di età compresa tra i 26 e i 50 anni, che secondo Scotland Yard, costituivano una potenziale minaccia per il Papa.

Nel terzo giorno della sua visita in Gran Bretagna, il livello di allarme viene classificato basso. Oggi il pontefice nell'affollata messa alla cattedrale di Westminster, è tornato a condannare la pedofilia del clero, definendo le "vittime innocenti di questi inqualificabili crimini come i martiri del passato e le vittime odierne delle persecuzioni per la loro fede".

"Esprimo soprattutto il mio profondo dolore alle vittime innocenti di questi inqualificabili crimini - ha continuato -, insieme con la speranza che il potere della grazia di Cristo, il suo sacrificio di riconciliazione, porterà profonda guarigione e pace alle loro vite".

Benedetto XVI ha poi sottolineato anche la vergogna e l'umiliazione che egli ha sofferto con tutti i sacerdoti innocenti per questa vicenda e ha lanciato un appello all"'indispensabile ruolo" dei laici cattolici nel "portare avanti la missione della Chiesa" attraverso "lo sforzo di servire da fermento del Vangelo nella società".

Incontro con Cameron e Clegg

Benedetto XVI ha trascorso questa mattina circa un'ora con i protagonisti attuali della politica britannica: il primo ministro David Cameron, il vice-primo ministro, Nick Clegg, e l'Acting leader dell'opposizione, la nuova leader dei laburisti Harriet Harman. Li ha ricevuti uno alla volta, fermandosi di più con il premier, nella residenza dell'arcivescovo Vincent Nicholas. Ieri aveva salutato invece i loro predecessori al termine del discorso alla Westminster Hall dove lo avevano applaudito insieme Margaret Thatcher, John Major e Tony Blair.

Il programma della giornata

Questo pomeriggio, infine, il Papa visiterà una casa di riposo per anziani e presiederà, alle 19.15 (18.15 ora locale), una veglia di preghiera ad Hyde Park per il cardinale John Henry Newman, che domani beatificherà a Birmingham. Nel pomeriggio, intanto, si svolgerà per le strade di Londra Protest the Pope, un corteo di protesta per la prima visita di stato di un Pontefice nel Regno Unito.

Il portavoce vaticano: "Il Papa è tranquillo,i media sono stati eccessivi"

"Non abbiamo mai dato grande importanza a questi arresti". È quanto ha riferito il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, con riferimento all'arresto delle sei persone che avrebbero progettato un attentato alla vita del Papa.

Secondo Lombardi, Benedetto XVI è "felice" di come sta andando questo suo viaggio nel Regno Unito e "molto tranquillo". Il portavoce vaticano, che ribadisce la sua fiducia nelle forze di polizia ha definito "eccessiva" l'enfasi data dai media agli arresti. (L.B.)

 

 

 

 

 

2010-09-17

Cinque algerini arrestati in Gran Bretagna, si ipotizza un tentato attentato al Papa

Cronologia articolo17 settembre 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2010 alle ore 14:05.

L'anti-terrorismo ha arrestato a Londra cinque algerini, di età compresa tra i 26 e i 50 anni, che costituivano una potenziale minaccia per la visita del Papa. Lo ha riferito la polizia, spiegando che si sospetta che i cinque fermati stessero preparando un attentato a Benedetto XVI. Perquisizioni sono in corso in un ufficio nel centro della capitale e in alcune abitazione nelle parti nord e est della città mentre i cinque arrestati sono sotto interrogatorio.

I cinque sono stati arrestati in seguito a una soffiata alla polizia. Secondo Sky erano netturbini e avevano appeno preso servizio nell'area di Westminster, dove il Papa è atteso

nel pomeriggio. Immediate sono scattate le perquisizioni in parecchie abitazioni. Il livello di allerta terroristico in Gran Bretagna non è stato alzato. Gli arresti non hanno provocato modifiche nell'itinerario papale. Lo ha annunciato un portavoce della Metropolitan Police di Londra. "In seguito agli arresti sono state riviste le misure di sicurezza e siamo convinti che i piani adottati siano adeguati", ha detto il portavoce.

L'informativa di intelligence che ha portato ai cinque arresti è stata ricevuta ieri sera e giudicata "grave": gli agenti hanno agito con rapidità per sventare la potenziale minaccia, riporta il Guardian sul suo sito. La polizia non ha però trovato materiali pericolosi, pistole o materiale per la fabbricazione di bombe nelle perquisizioni fatte nelle abitazioni dei sospetti. Gli arresti sono arrivati a poche ore dall'allerta lanciato dal capo dell'MI5 (il servizio segreto britannico ndr.) Jonathan Evans sui rischi di un attacco contro la Gran Bretagna.

Il Papa e il pubblico che segue la sua visita in Gran Bretagna sono "al sicuro" ha detto il portavoce della Conferenza Episcopale Britannica. "Abbiamo piena fiducia nell'operazione di sicurezza per proteggere il Papa e il pubblico. Il Papa sta avendo una visita meravigliosa, ed è ricevuto con calore ovunque va", ha aggiunto. "Abbiamo piena fiducia nelle operazioni delle forze di sicurezza per proteggere sia il Papa che il pubblico. Il Papa sta apprezzando la visita ed è stato accolto calorosamente dovunque è andato", ha dichiarato da parte sua il portavoce della Conferenza Episcopale Inglese.

Dopolo storico incontro con la regina Elisabetta venerdì, a margine del quale il pontefice ha ammesso che la Chiesa non è stata sufficientemente vigilante riguardo al problema della pedofilia, il papa ha ricordato ai religiosi che insegnano nelle scuole cattoliche inglesi di non deviare dai dettami del magistero, nel corso di un discorso al St Mary's University College di Twickenham nel quartiere londinese di Richmond.

"La presenza dei religiosi nelle scuole cattoliche è un forte richiamo all'ampiamente discusso carattere cattolico, che è necessario per me in ogni aspetto della vita scolastica", ha detto Benedetto XVI. "Questo - ha aggiunto - riporta all'evidente esigenza che il contenuto dell'insegnamento dovrebbe essere sempre in conformità con la dottrina della Chiesa". Il pontefice ha poi benedetto il campo di addestramento per le Olimpiadi di Londra del 2012 alla St. Mary. Nello stesso campus, Benedetto XVI ha poi inaugurato la Fondazione Giovanni Paolo II per lo sport, promossa dalla Chiesa Cattolica inglese.

Il Papa ha incoraggiato gli studenti cattolici a non ridursi "ad un orizzonte ristretto". "Il mondo ha bisogno di buoni scienziati, ma una prospettiva scientifica diventa pericolosamente angusta, se ignora la dimensione etica e religiosa della vita, così come la religione diventa angusta, se rifiuta il legittimo contributo della scienza alla nostra comprensione del mondo", ha detto Benedetto XVI ai 4mila ragazzi riuniti al St Mary's University College.

"Abbiamo bisogno di buoni storici, filosofi ed economisti, ma se la percezione che essi offrono della vita umana all'interno del loro specifico campo è centrata su di una prospettiva troppo ristretta, essi possono seriamente portarci fuori strada", ha detto Ratzinger. "Una buona scuola offre una formazione completa per l'intera persona. Ed una buona scuola cattolica, al di sopra e al di là di questo, dovrebbe aiutare i suoi studenti a diventare santi".

A propososito delle polemiche sul viaggio del papa in Gran Bretagna, Cherie Booth, moglie di Tony Blair, ha difeso la visita e il ruolo del cattolicesimo in Gran Bretagna: "Non dovremmo scusarci per le nostre tradizioni". Cherie ha detto all'emittente Itv che "tutti sanno che questo paese è tradizionalmente un paese cristiano". E alla domanda se il tour de force papale sia stato imposto alla Gran Bretagna, la moglie di Blair ha detto che "ieri c'è stata una reazione straordinariamente positiva nelle strade della Scozia ed è vero, questa è una visita di Stato e in quanto tale lo stato deve pagare come forma di reciprocità per il fatto che la Regina è stata in Vaticano, ma è anche una visita spirituale e per questo sta pagando la Chiesa".

Oggi l'ex premier inglese Tony Blair, forse il cattolico più famoso di tutto il Regno Unito, incontra il Papa a Westminster Hall assieme ad altri tre ex premier (Margaret Thatcher, John Major e Gordon Brown) e ad altri esponenti della società civile britannica.

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L'autocritica del papa: sulla pedofilia la Chiesa non è stata abbastanza vigilante

Cronologia articolo16 settembre 2010Commenti (1)

Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2010 alle ore 13:12.

Sulla vicenda dei preti pedofili l'autorità della Chiesa "non è stata abbastanza vigilante". Lo ha ammesso Benedetto XVI, affrontando il tema nel corso della conversazione con i giornalisti a bordo dell'aereo che lo ha portato in Gran Bretagna. Il pontefice, ben consapevole delle polemiche che hanno preceduto la sua visita in terra inglese, ha risposto ai giornalisti ribadendo che, per lui, le rivelazioni sullo scandalo pedofilia sono state "uno choc e una grande tristezza". Per Benedetto XVI la priorità ora è guarire le ferite delle vittime e riguadagnare la loro fiducia. "Per tutto questo - ha proseguito Benedetto XVI -siamo in un momento di penitenza, di umiltà, di rinnovata sincerità, come ho scritto ai vescovi irlandesi. Mi sembra che dobbiamo adesso realizzare proprio un tempo di penitenza, un tempo di umiltà e rinnovare, e reimparare l'assoluta sincerità". Il papa ha sottolineato tre priorità sul tema della pedofilia: cosa la Chiesa può fare per aiutare le persone abusate a superare il trauma e a ritrovare fiducia nella vita e nel messaggio cristiano; bloccare ai pedofili l'accesso ai giovani; infine puntare sulla prevenzione e l'educazione nella scelta dei candidati al sacerdozio.

L'incontro con la regina Elisabetta. È durato circa mezz'ora l'incontro privato tra Benedetto XVI e la regina Elisabetta II, nel palazzo reale di Edimburgo. Papa e sovrana hanno poi raggiunto nuovamente l'esterno della residenza per lo scambio dei discorsi. Benedetto XVI ha portato in dono alla regina un manoscritto dell'ottavo secolo e ha ricevuto in cambio una serie di stampe di Hans Holbein tra cui un disegno del martire cattolico inglese Tommaso Moro. Elisabetta e Filippo hanno portato il papa in visita al palazzo prima di sedersi a colloquio in un salotto

"Le profonde radici cristiane che sono tuttora presenti in ogni strato della vita britannica" sono state evocate da Benedetto XVI nel discorso rivolto alla regina Elisabetta nel palazzo reale, "il cui nome Holyrood house evoca la Santa Croce". Benedetto XVI ha ricordato sottolineando che "i monarchi d'Inghilterra e Scozia erano cristiani sin dai primissimi tempi ed includono straordinari Santi come Edoardo il confessore e Margherita di Scozia". Il papa ha ricordato il conflitto irlandese, nel suo primo discorso in Gran Bretagna, e, di fronte alla regina Elisabetta II, ha sottolineato: "Il governo di Vostra Maestà e quello dell'Irlanda, unitamente ai leader politici, religiosi e civili dell'Irlanda del Nord, hanno sostenuto la nascita di una risoluzione pacifica del conflitto locale. Incoraggio quanti sono coinvolti - ha aggiunto Benedetto XVI nel palazzo di Holyrood a Edimburgo - a continuare a camminare coraggiosamente insieme sulla via tracciata verso una pace giusta e duratura".

Nel discorso di benvenuto la Regina ha sottolineato la necessità di una "maggiore fiducia reciproca" tra le fedi. Elisabetta ha osservato che "molto è cambiato" dai tempi della visita di papa Giovanni Paolo II in Gran Bretagna nel 1982 e ha reso omaggio al ruolo della chiesa cattolica nel settore dell'istruzione e nella lotta alla povertà". La regina ha poi ricordato che "La libertà di culto è alla base della nostra società democratica".

Durante il volo per Edimburgo il papa aveva auspicato una maggiore unità tra cattolici e anglicani. "Se seguono la priorità di Cristo e non di se stessi, essi camminano anche insieme, perché - ha spiegato il papa - la priorità di Cristo li accomuna e non sono più concorrenti, ognuno cerca il maggiore numero, ma sono congiunti nell'impegno per la verità di Cristo in questo mondo, e così si trovano anche reciprocamente in un vero e fecondo ecumenismo".

La visita del pontefice era stata anticipata da molte polemiche per le parole che il cardinale Walter Kasper, ex presidente del Pontificio consiglio per l'unità dei cristiani, aveva pronunciato in un'intervista al settimanale tedesco "Focus" in cui aveva definito la Gran Bretagna "un paese del Terzo Mondo". Il cardinale Kasper doveva far parte del seguito che accompagnava il Pontefice ma si è ritirato dalla visita ufficialmente per motivi di salute.

Benedetto XVI ha detto comunque di "non essere preoccupato" per le eventuali proteste in Gran Bretagna contro la sua visita. Rispondendo alle domande dei giornalisti sull'aereo il Papa ha ricordato che anche quando andò in Francia e in Repubblica Ceca era stato messo in guardia sulle possibili reazioni anti-cattoliche, ma in entrambi i casi "la visita ebbe una calorosa accoglienza da parte della comunità cattolica, una forte attenzione da parte degli agnostici che tuttavia sono in ricerca, vogliono conoscere e trovare valori che portano avanti l'umanità, e infine tolleranza da parte di quanti si proclamano anti-cattolici".

Secondo il Pontefice, "la Gran Bretagna, nella sua storia, ha avuto una forte corrente anticlericale, ma è un Paese che ha anche una grande storia di tolleranza". "Sono sicuro - ha aggiunto - che avrò un'accoglienza positiva dai cattolici, dai credenti, attenzione da coloro che cercano e rispetto e tolleranza reciproca negli ambienti anti-cattolici". Poi ha concluso: "Vado avanti con grande coraggio e con gioia".

 

 

 

 

Il viaggio inglese di Benedetto XVI nel segno di Newman. Obiettivi e ostacoli di una visita inedita

di Massimo DonaddioCronologia articolo14 settembre 2010

Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2010 alle ore 16:04.

Sono giorni di grande attesa quelli che precedono il viaggio del papa in Gran Bretagna, dal 16 al 19 settembre. Attesa e trepidazione, condite di polemiche sui casi di pedofilia che hanno investito il clero e che, c'è da credere, aumenteranno di intensità nei giorni della visita papale. Ma al di là delle possibili critiche e contestazioni, la visita di Benedetto XVI a Londra, Edimburgo e Birmingham ha tutti i contorni di un viaggio di portata storica, poiché si tratta del primo invito ufficiale del governo di Londra a un pontefice dai tempi della riforma di Enrico VIII (sedicesimo secolo) e dello sganciamento della Chiesa d'Inghilterra dal papa di Roma. Giovanni Paolo II visitò il Regno Unito nel 1982, ma la sua fu una visita prettamente pastorale, rivolta al popolo dei cattolici inglesi, e non su esplicito invito della Corona.

Accanto a questo elemento "politico" di indubbia importanza, nella mente e nel cuore di papa Ratzinger il viaggio in Gran Bretagna è ricco di suggestioni e di obiettivi. Benedetto XVI si rivolgerà ai cattolici inglesi - circa il 10% del totale, una comunità vivace e fedele alla pratica religiosa, sempre più influente nel paese (come testimonia il caso del convertito al cattolicesimo Tony Blair, che firma un articolo sulla visita del papa sull'Osservatore Romano) - ma soprattutto a una nazione chiave del mondo occidentale, altamente secolarizzata e multietnica, nella quale la stessa Chiesa d'Inghilterra (a capo della quale vi è ufficialmente la regina) si trova in stato di sofferenza, attraversata da lacerazioni interne in tema di dottrina morale. Nella comunione anglicana sono state infatti riconosciute le ordinazioni episcopali femminili e benedette le nozze omosessuali, decisioni che hanno causato la ribellione di intere parrocchie e diocesi, soprattutto nei paesi del Commowealth (Australia prima di tutti), passate in blocco alla Chiesa cattolica grazie a una contestata costituzione apostolica vaticana che creava delle condizioni ad hoc per integrare gli ex anglicani nella comunità cattolica. Un gesto che, tra l'altro, provocò tensioni ecumeniche piuttosto forti con l'arcivescovo anglicano di Canterbury, Rowan Williams.

Il papa troverà in Gran Bretagna il paese del famoso scienziato non credente Stephen Hawking e la culla della campagna atea organizzata dall'Associazione umanista e da Richard Dawkins sui bus di Londra ("Probabilmente Dio non esiste. Ora smettila di preoccuparti e goditi la vita"). Lo stesso professore oxfordiano Dawkins, con il giornalista Christopher Hitchens, aveva anche lanciato l'idea provocatoria di arrestare Benedetto XVI per lo scandalo pedofilia proprio in occasione del viaggio in Gran Bretagna. D'altra parte l'Inghilterra è un paese altamente multiculturale, dove la presenza islamica è forte, dove il nome più diffuso per i neonati è Mohammed - non più Paul, John o Andrew - e dove il capo dei servizi religiosi della tv di stato è il musulmano Aaquil Ahmed. Ve lo immaginate un musulmano a capo dei programmi religiosi Rai? In ogni caso proprio la vecchia zia Bbc ha preparato una copertura dell'evento papale in grande stile, e non può certo essere accusata di ignorare o boicottare l'evento. Per Benedetto XVI, quello inglese, sarà un altro pulpito dal quale predicare il messaggio cristiano e la necessità che l'Europa non dimentichi le sue radici bibliche, le sue tradizioni di fede e i valori etici che ne hanno plasmato la storia. Lo farà servendosi di una grande figura di pensatore inglese, che egli stesso beatificherà domenica 19 a Birmingham: John Henry Newman, intellettuale e teologo formatosi a Oxford, convertitosi al cattolicesimo e diventato cardinale. Poeta, scrittore, pensatore vissuto nel XIX secolo, è considerato uno dei più grandi apologisti della fede cristiana che la Gran Bretagna abbia prodotto, ritenuto tra i precursori del Concilio Vaticano II, studioso dei padri della Chiesa proprio come Ratzinger, cultore del rinnovamento spirituale inglese. Una figura in cui Benedetto XVI si ritrova molto e un altro degli intellettuali europei in grado di legare insieme fede e ragione, fedeltà alla Chiesa cattolica - alla quale ha aderito dopo lunghe riflessioni e approfondimenti interiori - e rispetto della libertà e della coscienza del singolo.

Un messaggio che papa Ratzinger intende rilanciare in una nazione che è stata nella storia fiera avversaria della Chiesa di Roma - tanto che per molti pensatori inglesi dell'età moderna era impossibile essere contemporaneamente cattolici e buoni sudditi della Corona - ma che riveste ancora un ruolo unico nel Vecchio Continente come punta avanzata della modernità europea e finestra sul mondo globalizzato, multirazziale e multireligioso con il quale il cattolicesimo si deve inevitabilmente confrontare.

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